lunedì 10 dicembre 2012

12 Dicembre:San Spiridione di Trimithonte,il taumaturgo.

VITA DEL NOSTRO SANTO PADRE SPIRIDIONE DI TRIMITHONTE, IL TAUMATURGO

(per l'inno Akathistos a san Spiridione, in lingua italiana, clikkare qui
(per la supplica al Santo, clikkare qui)


Nato intorno al 270 d.C. nell’isola di Cipro, in una famiglia di pastori, Spiridione continuò il mestiere della sua famiglia come Davide il re e profeta e i patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe. Si sposò ed ebbe figli, ma sua moglie morì molto presto dopo il loro matrimonio. Spiridione, vedovo, non solo si guadagnava da vivere e cresceva i suoi figli ma trovava anche il tempo e le risorse per essere ospitale con i forestieri e i poveri. 
Mentre cresceva nell'amore verso Dio e l'uomo, Dio gli diede il carisma di guarire i malati e di cacciare via i demoni con una sola parola. Per la sua vita santa e i miracoli che Dio operava attraverso di lui, Spiridione fu scelto e ordinato vescovo della sua città natale: Trimithonte, durante il regno di san Costantino il grande. Per la sua grande umiltà, anche da vescovo continuava a pascolare le pecore. Per questo nell'iconografia è sempre rappresentato con gli abiti vescovili ma con il tipico berretto da pastore.
Chiamato a partecipare al primo Concilio Ecumenico (Concilio di Nicea) nel 323, Spiridione, sebbene non erudito, sorprese tutti convertendo un famoso filosofo dall’eresia dell’Arianesimo all'Ortodossia (dal greco: ortho:corretta/doxa:opinione, dottrina).  Egli spiegò l'unità e la diversità della Trinità tenendo un mattone, a quel tempo comunemente ritenuto una combinazione degli elementi fuoco, terra ed acqua; mentre parlava, il fuoco ha iniziato a divampare nella parte superiore del mattone mentre, nella parte inferiore, ha iniziato a sgorgare acqua; quando ebbe finito di parlare, nella sua mano rimaneva solo polvere. La dottrina della Santa Trinità, centrale per la fede ortodossa, non è il risultato di speculazioni, ma la straripante esperienza di Dio. Vi è un solo Dio in tre persone distinte. L’incontro con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo è un’esperienza di contatto reale con Dio. L’Ortodossia crede che, pur essendo la Santa Trinità un mistero che supera la ragione umana, sia veramente possibile al credente partecipare alla Trinità attraverso la Chiesa, soprattutto per mezzo della celebrazione dell’Eucaristia, degli altri sacramenti e funzioni sacre.
Raccontano anche che aveva una figlia di nome Irene, vergine, e partecipe della pietà del padre. Un conoscente le affidò un prezioso gioiello; ed ella, per essere più sicura, lo nascose sotto terra. Ma poco tempo dopo lasciò questa vita. In seguito venne colui che le aveva affidato l’oggetto; non trovandolo, si rivolse a suo padre, Spiridione. L’anziano si recò alla tomba della figlia e invocò Dio di mostrargli anzi tempo la risurrezione promessa. Subito la vergine apparve viva; e dopo aver indicato il luogo dove il gioiello era nascosto, subito si allontanò.
Durante una riunione di vescovi, il vescovo e suo discepolo Trifillio (12 Giugno) citò le parole del Vangelo: “ Prendi il tuo lettuccio e cammina” (Mc 2, 9), sostituendo la parola κράββατος (letto) con σκίμπους, termine più raffinato della lingua classica. Spiridione lo rimproverò dicendo: “Sei tu più grande di colui che ha detto κράββατος, che ti vergogni di usare le sue parole?”.
Inoltre, durante una carestia, Spiridione tramutò in oro un serpente per consentire ad un uomo povero di comprare cibo da un avido mercante che si era impossessato di tutte le provviste.

Un giorno, ai vespri, si trovava in chiesa insieme al diacono e ai lettori e nessun altro era presente. Spiridione iniziò l'ufficiatura e le risposte erano cantate meravigliosamente da un coro invisibile. La musica era così bella che, i passanti, udendola, credevano che ci fosse radunata una numerosa assemblea. Tuttavia, entrando in chiesa, trovarono solo san Spiridione e i suoi assistenti.
Il Santo pastore Spiridione si addormentò nel Signore nell'anno 348 e fu sepolto nella chiesa dei Santi Apostoli a Trimithonte. Il suo corpo è diventato un oggetto di meraviglia perché ancora oggi mantiene la flessibilità della carne viva, emanando un dolce e soave profumo. Moltissimi miracoli sono attribuiti alla sua intercessione dinanzi al trono di Dio. La sua tomba, infatti, è divenuta luogo di pellegrinaggio. Per evitare che cadessero nelle mani degli infedeli furono trasportate prima a Costantinopoli e poi in Serbia. Ora si trovano nell'isola di Corfù in Grecia.  Egli è anche chiamato "santo che cammina" perché le pantofole di seta che ricoprono i suoi piedi si consumano ogni anno e sono sostituite il giorno della festa.
Gli scrittori ecclesiastici che hanno raccolto informazioni su di lui sono: 
Rufino di Aquileia (340/345 – 410 d. C.) che ha scritto dei grandi uomini riuniti al Primo Concilio Ecumenico compreso Spiridione ( con un trattato in latino) (Eccl. Hist. Bk. 10, Ch. 5)
Socrate Scolastico (c. 380 - ?): ha preso informazioni su san Spiridione da Rufino aggiungendo, però, alcune informazioni ottenute interrogando gli abitanti di Cipro (Eccl. Hist. Bk. 1, Ch. 12).
Sozomeno (c. 400 -. C 450) è l'ultimo dei primi tre antichi storici ecclesiastici che fanno riferimento a Spiridione (Eccl. Hist. Bk. 1, Ch. 11).

Per le sue preghiere, Signore Gesù Cristo Dio nostro, abbi misericordia di noi e salvaci. Amin. 


Il corpo incorrotto di San Spiridione




lunedì 3 dicembre 2012

San Nikiforos, il lebbroso. Il nuovo santo della nostra Chiesa.


San Nikiforo, il lebbroso
Canonizzato il giorno 01 Dicembre 2012 dal Santo Sinodo del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli

Nikiforo il lebbroso, addormentatosi nel Signore il 4 gennaio 1964, è stato ufficialmente annoverato tra i Santi canonizzati della Chiesa Ortodossa dal Santo Sinodo del Patriarcato Ecumenico, l'1 dicembre 2012.
Di seguito riportiamo una breve vita del Santo, da poco glorificato, scritta dal monaco Simone nel libro "Nikiforo il lebbroso: Il luminoso atleta della pazienza" (Atene, 2007).
Padre Nikiforo (nel mondo: Nicola) nacque in un villaggio di Chania, in Serikari. I suoi genitori erano semplici e pii contadini, che morirono quando egli era ancora un piccolo bimbo, lasciandolo orfano.
Così, all'età di tredici anni lasciò la sua casa, si recò a Chania e iniziò a lavorare in una sala da barba. Lì, iniziò a manifestare i primi sintomi del morbo di Hansen (la lebbra). A quel tempo, i lebbrosi erano esiliati nell'isola di Spinaloga, poiché la lebbra, essendo contagiosa, era vista con paura e orrore.
All'età di sedici anni iniziarono a divenire più evidenti in lui i segni del morbo; decise, così, di fuggire con una barca dal recinto di Spinaloga alla volta dell'Egitto. Lì, rimase ad Alessandria lavorando ancora in una sala da barba. Tuttavia i segni del suo morbo diventarono ancora più evidenti, specie sulle sue mani e sul volto. Grazie al consiglio di un sacerdote, fuggì a Chio, dove c'era una casa per lebbrosi, in cui c'era un sacerdote: Padre Anthimo Vagianos, più tardi san Anthimo di Chios.
Nicola raggiunse Chios nel 1914, all'età di ventiquattro anni. Alla casa per lebbrosi di Chios c'era una cappella dedicata a san Lazzaro, dove si conservava l'icona miracolosa della Panaghia (lett. "la Tutta Santa") dell'Ypakoì (obbedienza). In quel luogo si aprì per Nicola lo stadio delle virtù. In due anni san Anthimo giudicò che Nicola era pronto per lo skima angelico (l'abito monastico) e lo tonsurò monaco con il nome di Nikiforos. Il morbo avanzò in assenza di medicinali adatti, e portò molti e grandi cambiamenti (il farmaco fu trovato più tardi, nel 1947).
L'allora monaco Nikiforos con san Anthimo di Chio

Padre Nikiforo visse con indiscriminata, autentica obbedienza e digiuno austero lavorando nel giardino. Compilò persino un catalogo che raccoglieva i miracoli di san Anthimo, dei quali fu testimone oculare (molti riguardavano la guarigione d’indemoniati).
Tra san Anthimo e il monaco Nikiforo ci fu una relazione spirituale unica, tanto è che Nikiforo "non si separava da lui nemmeno di un passo" come ha scritto padre Theoklito nel suo libro "San Anthimo di Chio". Di notte, padre Nikiforo pregava per ore e ore, facendo innumerevoli metànie (prostrazioni), non proferendo la parola a nessuno né rovinando il suo cuore su nessuno; fu anche capo cantore della chiesa. A causa della sua malattia, però, perse lentamente la vista e molti degli inni erano cantati da altri.
Nel 1957 il Lovokomeio di Chio fu chiuso e i restanti pazienti, insieme a padre Nikiforo, furono mandati al centro anti-lebbra di santa Barbara ad Atene. A quel tempo padre Nikiforo aveva circa sessantasette anni. Le parti del suo corpo e i suoi occhi erano stati affetti e trasformati del tutto dalla malattia. Lì, nel centro anti-lebbra viveva padre Eumenios, il quale, in passato, era stato anch’egli affetto dal morbo di Hansen, ma grazie ai progressi della medicina era completamente guarito. Egli decise comunque di rimanere lì per il resto della sua vita vicino agli altri pazienti che curò con tanto amore.
Di conseguenza, egli divenne un figlio spirituale di padre Nikiforo, al quale come ricompensa della sua pazienza, il Signore aveva concesso molti doni. Molte persone accorrevano all'umile cella del monaco lebbroso Nikiforo per ricevere la sua benedizione.
Coloro che lo incontrarono riferiscono che:
Sebbene fosse costretto a letto, con ferite e dolori, non si lamentava ma mostrava grande pazienza.
Aveva la grazia di confortare i travagliati.
I suoi occhi erano continuamente irritati, la sua vista era minima e aveva le mani ricurve e gli arti inferiori paralizzati. Nonostante ciò, era molto dolce, mite, molto sorridente, raccontava storie ricche di grazia, era piacevole e amabile.
Diceva: “Figlio mio, preghi? E come preghi?...devi pregare con la preghiera di Gesù, con le parole: "Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me". Devi pregare così. In questo modo va bene.
Il suo volto, mangiato dai segni della sua malattia e delle ferite, brillava e trasmetteva gioia a tutti coloro che vedevano quest'uomo completamente povero e mostruosamente malato che diceva: "Sia glorificato il Suo santo Nome."
All'età di settantaquattro anni, il 4 gennaio del 1964, padre Nikiforo si riposava nel Signore. Le sue sante reliquie erano fragranti quando, più tardi, furono scoperte. Padre Eumenios e altra gente pia riferirono che molti miracoli avvennero per intercessione di padre Nikiforo.

Per le sue preghiere, Signore Gesù Cristo Dio nostro, abbi misericordia di noi e salvaci. Amin!

Apolytikion Tono III:
Gli Angeli rimasero ammirati dalle tue lotte e dalla tua ascesi valorosa, o giusto Nikiforo il lebbroso. Come un altro Giobbe nel suo dolore tu sopportavi glorificando Dio ed Egli ha preparato per te una gloriosa corona di miracoli. Gioisci tu che conduci i monaci per mano! Gioisci tu proiettore di luce! Gioisci gioiosa fragranza che esce dalle tue reliquie!
Apolytikion del Santo

domenica 2 dicembre 2012

DOMENICA XIV DI LUCA~02 DICEMBRE 2012


DOMENICA XIV DI LUCA~02 DICEMBRE 2012 
Divina Liturgia nella Chiesa Ortodossa di San Nicola di Myra di Brindisi

Omelia del nostro parroco l'Archimandrita padre Arsenio Aghioarsenita


Carissimi, nel giorno santo ,giorno del Signore Risorto noi tutti ci raduniamo in sacra assemblea per diventare uditori del Vangelo e gustare il banchetto di salvezza offertoci dallo stesso Signore, il quale si fa cibo per noi. Oggi la Parola di Dio ci trasmette un messaggio di grande utilità spirituale adattandosi bene per il tempo cristiano che stiamo vivendo preparandoci spiritualmente ad adorare nella fede l'immagine perfetta del Padre:il Cristo tenero bambino (come canta la Chiesa: Δι' ημάς γαρ εγεννήθη, παιδίον νέον, ο προ αιώνων Θεός) deposto nella mangiatoia. Un tema che mi sembra unificante tra l'Epistola di Paolo e il brano di Luca è il riferimento alla nostra iniziazione cristiana. Mi spiego subito: quando noi abbiamo ricevuto i Santi Misteri (Sacramenti)del Battesimo, della Cresima e dell'Eucarestia è avvenuto in noi, attraverso la Fede, il miracolo! Quello stesso miracolo che quel povero cieco di Gerico ha chiesto con fede a Gesù:liberarlo dal potere delle tenebre ovvero il peccato e la forza che esso ha noi, per restituirgli la luce degli occhi e vedere il Signore!
La non visione e il vedere. Le tenebre e la luce sono realtà simboliche le quali si riferiscono strettamente alla nostra interiorità, si riferiscono a quella che chiamiamo vita spirituale! Benché fino ad una certa età i nostri occhi resistano, poi hanno bisogno di cure; forse trascuriamo gli occhi interiori, li trascuriamo da non essere sensibili e attenti al Signore che ci chiama, vuole parlarci, vuole intrattenersi con noi. Pur vedendo non riusciamo a incontrare Gesù, a riconoscerlo, ad ascoltare la sua parola per essere aiutati, confortati da Lui in questo nostro cammino di fede. Ascoltare Lui e vedere Lui questi sono i due primari verbi della Fede. Per poter vedere e ascoltare abbiamo bisogno di sensi nuovi non quelli carnali o meglio  (abbiamo bisogno) di sensi carnali trasfigurati dall'Acqua e dallo Spirito Santo nel momento del nostro Battesimo. Allora qui è necessario porsi una domanda fondamentale:sono cosciente del dono grande del Battesimo e dei suoi effetti in me? Vivo pienamente il mio Battesimo? Faccio esperienza con la mia vita dei sensi nuovi non più schiavi del peccato? Purtroppo in noi ci sono forze, attrattive, distrazioni, vanità attraverso le quali il mondo con la sua mondanità o secolarizzazione tenta di soffocare o peggio ancora far morire quella luce che è in noi:la luce della Fede! E' in questa situazione così preoccupante che se al più piccolo allarme di un malessere fisico ricorriamo ai dottori, quanto più dovremmo seriamente allarmarci perché siamo tutti malati dentro! Ci vuole tanta umiltà per riconoscere che sono malato. Siamo ciechi perché non sappiamo guardare il nostro cuore e non abbiamo voglia di curarci e guarire. La Chiesa è l'ospedale, Cristo stesso è il medico, le medicine sono la confessione (che non è un optional), la Comunione ai vivificanti Misteri del Corpo e Sangue di Cristo, il digiuno e la preghiera come quella del cieco:Signore Gesù,Figlio di Dio,abbi misericordia di me peccatore. Solo così vivremo con umiltà e coerenza quel Battesimo che abbiamo ricevuto e che ci ha resi nuovi, ricreati per una seconda volta in Cristo Risorto. Amin.

mercoledì 28 novembre 2012

CONVEGNO A LECCE:Monte Athos,luogo di ascesi e santità.


MONTE ATHOS
LUOGO DI ASCESI E DI SANTITA’
PADRE PAISIOS MONACO DEL MONTE ATHOS

CONVEGNO
VENERDÌ 14 DICEMBRE 2012, A LECCE ALLE ORE:18.30.
Presso il Monastero delle Benedettine – Via delle Benedettine, 4  Lecce

Con la benedizione di S. Eminenza Rev.ma il Metropolita Gennadios e
del Sacro Monastero di Sant’Arsenios il Cappadoce.

PROMOSSO:
Chiesa Ortodossa di San Nicola di Lecce e Associazione “Testimonianza Ortodossa”
Con la collaborazione del Monastero delle Benedettine di San Giovanni Evangelista in Lecce

Interverranno:

Stilianos Bouris presidente dell’associazione “Testimonianza Ortodossa” e direttore della collana teologica “Ο αμνός”.
Archimandrita Arsenios vicario per la Puglia della Metropolia Ortodossa.

Al termine sarà proiettato un documentario su Monte Athos e la presentazione del libro Padre Paisios del Monte Athos. Seguirà un dibattito.
Per informazioni:
tel. 392/0392948,  349/3941022. Email: testimonianza.ortodossa@gmail.com, padrearsenios@gmail.com

domenica 25 novembre 2012

FESTIVITA' DI SAN NICOLA




Programma:

Mercoledì 5 Dicembre:ore 18.00 Vespro alla chiesa ortodossa di san Nicola di Brindisi in via Indipendenza 31 (vicino la stazione ferroviaria)
Giovedì 6 Dicembre: ore 08.30 Mattutino e Divina Liturgia, alle ore 13 trasferimento a Bari per il pranzo e al termine presso la cripta sulla tomba di San Nicola Vespro e Paraclissi. 

Ritorno a Brindisi.
Parteciperanno alcuni pellegrini dalla Grecia tra cui un cantore e uno ieromonaco.
Alla Divina Liturgia del giorno 6 avremo la gioia di avere presenti e concelebranti diversi sacerdoti. Inoltre, si andrà a venerare il corpo del santo e grande martire Teodoro di Tiro, le cui reliquie furono portate a Brindisi dall'Oriente intorno al XII secolo.

Sarà presente anche il presidente dell'associazione Testimonianza Ortodossa.

sabato 24 novembre 2012

Benvenuti!

Benvenuti in Puglia Ortodossa! Un blog e un sito web per riscoprire e approfondire l'antica e vera Fede degli Apostoli e dei Padri:l'Ortodossia, la Retta Fede custodita dalla Chiesa Ortodossa:Una Santa Cattolica Apostolica.

La nostra cara e stupenda regione fu culla, fu τοκος (tokos) ovvero ventre materno di un grande numero di Padri, Monaci, Asceti della Fede Cristiana Ortodossa; tutte le genti pugliesi professarono la Fede Ortodossa ben oltre la discesa dei mercenari Normanni e il triste e doloroso scisma della Chiesa di Roma. Numerosissime, infatti, sono le testimonianze nelle campagne, nelle cripte, nelle chiese, negli usi e nelle tradizioni popolari che confermano questo dato di fatto che non deve e non può essere ignorato.

In questa società che ritiene e presume di poter costruire il futuro dimenticando e ignorando le proprie radici, è dovere di ciascun uomo di buona volontà e amico della Verità riscoprire le proprie radici perché solo "la Verità ci farà liberi" (Gv 8,32), 

Questo è l'obiettivo che ci proponiamo attraverso questo blog.


Le nostre comunità di Bari, Brindisi, Foggia e Lecce 

appartengono alla Sacra Arcidiocesi Ortodossa d'Italia e Malta 

del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli.