lunedì 15 agosto 2016

Morte o dormizione? (Omelia nella festa della dormizione)

Omelia nella dormizione della Santissima Madre di Dio

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Ognuno di noi è tormentato da questa domanda: cosa ci attende e cosa sarà di noi dopo la morte? Da soli non possiamo trovare una risposta a tale domanda. Ma la Sacra Scrittura e soprattutto la parola di nostro Signore Gesù Cristo ci rivelano questo segreto come anche gli inni di questa grande festa odierna ci danno la risposta.

Perché la morte della Santissima Sempre Vergine Maria viene chiamata dormizione? San Giovanni Evangelista nell'Apocalisse (capitolo 20) parla di una prima e di una seconda morte. La prima morte è inevitabile per tutti gli uomini, santi e giusti compresi. Ma la seconda morte, la tremenda morte eterna, attende i grandi peccatori che non si sono convertiti e pentiti, i quali hanno rifiutato l'amore e la giustizia di Dio e per questo sono stati condannati ad una comunione eterna con il diavolo e i suoi angeli.

Sempre l'apostolo ed evangelista Giovanni, nel suo Vangelo, ci riporta le parole di Cristo che concordano con quanto scritto nell'Apocalisse: "In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita" (Gv 5,24).

In altre parole, quanti seguono e obbediscono all'insegnamento di Cristo e credono al suo Padre celeste che l'ha mandato, subito dopo la morte passeranno alla vita eterna. Non saranno condannati quanti hanno una fede viva in Dio e obbediscono ai suoi comandamenti.

La Santissima e Sempre Vergine Maria è la più Santa di tutti i Santi, l'essere umano che più di tutti si sottomise ai comandamenti di Dio e che, pur potendo peccare, non commise mai peccato.

Essa fu immacolato tempio del Salvatore, in Lei dimorò lo Spirito Santo e, dal suo ventre santissimo il Figlio di Dio, disceso dai cieli, prese carne umana. Per questo motivo, la sua morte fu un sonno, un immediato passaggio dalla terra al Regno dei Cieli, alla vita eterna.

Oggi, dunque, la Chiesa, nella morte e risurrezione della Vergine Maria, ci fa pregustare e prevedere ciò che attende tutti i Cristiani che nella Chiesa -attraverso i Sacramenti e la preghiera- si impegnano nella sequela a Cristo e nell'obbedienza ai Suoi comandamenti. Anche per essi la morte sarà un semplice sonno, un dolce passaggio da questa vita breve alla vita senza tramonto.

Tuttavia, in questo cammino di dura lotta spirituale non siamo soli, la Madre di Dio, il nostro esempio di ascesi, di lotta, di sequela a Cristo, è sempre vicina a noi come appunto cantiamo nel tropario della festa: “con la tua dormizione non hai abbandonato il mondo”. 

Essa interceda per noi e ci ottenga dal suo Figlio e Dio la grazia di una santa morte. Amin.

*Nel mondo cristiano latino si usa solamente il termine Assunzione, perché? La Chiesa Latina proclamò come dogma l'assunzione di Maria nel 1950 come continuazione del dogma dell'Immacolata Concezione del 1854.


Il dogma dell'Immacolata Concezione, allontanandosi dalla insegnamento patristico della Chiesa Antica, dichiara che la Vergine Maria sia nata senza le conseguenze del peccato originale che tutti gli uomini ereditano. Tra queste conseguenze c'è anche la morte. Dunque, ne consegue che la Vergine non sia morta ma che sia stata subito assunta in cielo in anima e corpo.

Questa è un'innovazione recente della Chiesa Latina dato che anticamente anche i Latini parlavano di Dormizione della Vergine e ciò è testimoniato da innumerevoli opere artistiche medievali e rinascimentali.

Scrive san Giovanni Damasceno: Nemmeno il Signore evitò la morte, come poteva evitarla Maria, figlia di Adamo? Ella che in tutto imitò il Suo Figlio e Dio, morte e resurrezione comprese.


sabato 13 agosto 2016

14 Agosto 1480: Il martirio d'Otranto, una riflessione



Il 31 Luglio 1480 l'esercito Ottomano iniziò l'assedio della città di Otranto. Le truppe spagnole si diedero alla fuga. Solo i cittadini, per la maggior parte pescatori o contadini, rimasero a difendere eroicamente la città senza arrendersi per circa quattordici giorni. Dopo due settimane di duro assedio, il 14 Agosto, gli Ottomani riuscirono a prendere la città. Uccisero il vescovo e il clero che si trovavano in cattedrale insieme a donne e bambini per celebrare l'ultima Santa Liturgia e il giorno dopo, il pascià Akhmet ordinò che tutti gli uomini rimasti superstiti, dai 15 anni in su, fossero portati in sua presenza. Furono radunati circa 800 uomini. Il Pascià pose come unica condizione per avere salva la vita quella di rinnegare Gesù Cristo e abbracciare la fede islamica. Ma il più anziano e il primo ad essere decapitato, Antonio Primaldo, un umile cimatore di panni, disse, rivolto agli altri: 

"Fratelli miei, sino ad oggi abbiamo combattuto per difendere la Patria e per salvare la vita e per li Signori nostri temporali, ora è tempo che combattiamo per salvar le anime nostre per il nostro Signore, il quale essendo morto per noi in Croce, conviene che noi moriamo per esso, stando saldi e costanti nella Fede e con questa temporale (morte) guadagneremo la vita eterna e la corona del martirio". 
Un coro fece eco alle parole dell'invitto campione: "Preferiamo mille volte morire con qual si voglia sorte di morte piuttosto che rinnegare Cristo". Neppure uno indietreggiò dinanzi al terribile dilemma e (secondo il cronista) si assistette a scene bellissime: i figli imploravano la benedizione dei genitori, i genitori incoraggiavano i figli ad affrontare la morte; si baciavano, si abbracciavano e contenti come se andassero ad una festa, si salutavano: "Arrivederci in Paradiso."

I martiri avevano raggiunto una tale maturità spirituale che gioivano per il martirio e mentre venivano martirizzati gustavano il martirio. Dio non ci fa degni di una tale grazia. Come riusciremmo noi a resistere?! Tuttavia, perché non gioire delle piccole difficoltà quotidiane? Nel momento in cui soffriamo un piccolo martirio (un problema ci affligge, un altro ci opprime, un altro ancora ci fa preoccupare, qualcuno non ci capisce o ci crea problemi) perché lo prendiamo con il piede storto? invece di prenderlo spiritualmente? cioè che Dio permette ciò per aiutarci spiritualmente, per benedirci, per aiutarci a crescere. Se faremo così, anche noi gioiremo!

venerdì 5 agosto 2016

"Restarono svegli e videro la sua gloria" (Omelia per la Trasfigurazione)

"Restarono svegli e videro la sua gloria" 

(Omelia per la Trasfigurazione)





Festeggiamo oggi la Trasfigurazione di Cristo sul monte Tabor. Tuttavia, oggi non è la prima volta che Dio si manifesta. In passato, Cristo, ancor prima della Sua Incarnazione, si era manifestato ai Profeti durante l'Antica Alleanza. La più celebre tra le manifestazioni divine è l'apparizione di Dio sul Monte Sinai, dove Egli consegnò a Mosè i dieci comandamenti. Come si manifestò allora Dio?

Il monte Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso il  Signore nel fuoco e il suo fumo saliva come il fumo di una fornace: tutto il monte tremava molto”(Es, 19,18). Si sentivano voci, tuoni, acclamazioni. L'apparizione di Dio fu tremenda. Sul monte Sinai erano tutte quelle cose tremende che spaventano l'uomo.

Esattamente il contrario accade con l'apparizione di Dio sul Tabor. Qui vediamo tutto luminoso, tutto pieno di luce, di gioia e di pace. Il Signore appare sul monte Tabor senza rumore, immerso nella preghiera, nella pace e nel raccoglimento. Mentre l'apparizione sul Sinai aveva come obiettivo di far capire agli Ebrei che questi era il vero Dio, l'apparizione sul Tabor, invece, aveva altri obiettivi.

Vediamo quali sono.

1) Innanzitutto, la Trasfigurazione di Cristo sul Tabor aveva come scopo di mostrare ai discepoli e a tutti noi che il Figlio è uguale e della stessa sostanza con il Padre. Ricordiamo la domanda di Filippo: “Signore, mostraci il Padre” (Gv 14,8) e la risposta di Cristo: “Colui che ha visto me, ha visto il Padre” (Gv 14,9).

Oggi Cristo risplende come il sole; come il sole risplende anche il
Padre, come il sole risplende anche lo Spirito Santo. Nel volto di Cristo vediamo tutta la Santa Trinità.

La luce che videro i discepoli era l'energia della Santa Trinità. Le tre persone agiscono allo stesso modo. La grazia che i discepoli videro scaturire dal Figlio, quella stessa grazia ha anche il Padre e il Santo Spirito. Possiamo dunque affermare che la Trasfigurazione è la manifestazione della Santissima Trinità.

2) In secondo luogo, Cristo volle mostrarci come avrebbe realizzato la nostra salvezza. La nostra salvezza è l'unione di Dio con l'uomo. La natura umana è stata creata per accogliere dentro di sé la grazia di Dio. Ma come potrà la grazia increata unirsi con una creatura cioè l'uomo? Questo è un mistero. Così come è un mistero l'unione del Verbo, la seconda persona della Santa Trinità, con l'uomo, vale a dire la Sua Incarnazione. L'unione di Cristo con la natura umana lo fa oggi risplendere come il sole. Allo stesso modo, l'uomo che si unisce con Dio risplenderà come il sole.

Cristo -in quanto Dio- possedeva questa luce per natura; l'uomo, invece, la possederà per grazia, cioè per dono di Dio. La Trasfigurazione di Cristo ci mostra nel migliore dei modi e in maniera pragmatica cosa significhi unione di Dio e dell'uomo. Come scrive san Giovanni Damasceno: “La gloria della Divinità diviene gloria dell'umanità”.

3) Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno. Nell'Antico Testamento, quando gli Ebrei vagavano nel deserto, la notte una nube luminosa mostrava loro il cammino, mentre, di giorno, una nube li copriva proteggendoli dal calore. Questa nube era il Cristo! Lo stesso Cristo, sul monte Tabor, risplende come colonna luminosa e come nube copre i discepoli. La Trasfigurazione ci insegna che Dio rimane lo stesso sia nel passato, nel presente e nel futuro.

Di conseguenza, poiché Dio è immutabile, anche oggi Egli può rivelare a noi il suo volto.

E come?

In primo luogo, nella Santa Eucarestia dove l'uomo si unisce con la grazia increata di Cristo; questa grazia è comune della Santa Trinità. Di conseguenza, quando l'uomo si comunica diviene figlio della Santissima Trinità.

In secondo luogo, nella preghiera. San Paolo scrive che Dio “rifulse nei nostri cuori” (2 Cor 4,6). L'uomo fedele e puro vede risplendere dentro di sé la luce della Trasfigurazione. Vede dentro di sé l'immagine di Dio.

Inoltre, nella Sacra Scrittura. Dietro ai comandamenti di Dio si nasconde lo stesso Dio.

Infine, nel regno di Dio. Il regno di Dio non è altro che la luce della Trasfigurazione: “Dio trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso (Filippesi 3, 21). Nell'altra vita il nostro corpo splenderà come Cristo splende oggi sul Tabor.

Sei giorni prima della Trasfigurazione Cristo aveva detto ai suoi discepoli che alcuni di loro non sarebbero morti prima di avervi visto il regno di Dio “venire con potenza” (Mc 9,1).

Cosa intendeva per regno di Dio? Intendeva la Trasfigurazione. Di essa rendi degni anche noi o Figlio di Dio. Amin!