martedì 24 settembre 2013

S.S. il Patriarca Bartolomeo: Non tradiamo l'Ortodossia - Non siamo ecumenisti

S.S. il Patriarca Bartolomeo: Non tradiamo l'Ortodossia - Non siamo ecumenisti
Messaggio dal Fanar a tutti gli Ortodossi
Costantinopoli 20 Settembre 2013

Quest’oggi un forte messaggio è stato inviato a più destinatari in tutte le Chiese dal Patriarca Ecumenico Bartolomeo per quanto riguarda la questione del dialogo ecumenico.
Accogliendo il Patriarca di Bulgaria Neofito in visita pacifica al Patriarcato Ecumenico, Bartolomeo ha detto, tra l'altro, che non tradisce l'Ortodossia né segue idee ecumenistiche, come si dice.
"Attraverso questa strategia non stiamo tradendo l'Ortodossia, come criticato da alcuni, né sosteniamo concetti ecumenistici; al contrario, annunciamo agli eterodossi e a tutti, la verità dell'Ortodossia" ha particolarmente sottolineato.
Il Patriarca Ecumenico ha fatto ampi riferimenti alle reazioni che esistono per quanto riguarda il dialogo teologico, sia in Bulgaria e in altri paesi, puntualizzando che queste azioni hanno come fine quello di una reciproca comprensione e l'accettazione nel tempo "da parte degli eterodossi dell'unica Fede Ortodossa”.
"Non aspiriamo, come scrivono sia in Bulgaria sia altrove, alla creazione di un "conglomerato" comunemente accettabile di credi. Cioè, non stiamo perseguendo, tramite il cosiddetto movimento ecumenico, al riconoscimento di una "Confessione cristiana sincretistica", ma all'approfondimento della Fede Cristiano Ortodossa e alla comune sinergia con coloro che invocano il nome di Cristo" ha detto Bartolomeo.
Egli ha aggiunto anche: "Naturalmente, non abbiamo paura, come Ortodossi , che hanno la pienezza della Verità, che saremo condizionati dalle opinioni dei nostri fratelli eterodossi riguardo questioni dottrinali".

lunedì 2 settembre 2013

Programma Pastorale Settembre 2013 (Brindisi)

Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli
Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta
CHIESA CRISTIANO ORTODOSSA SAN NICOLA DI MYRA
BRINDISI


PROGRAMMA PASTORALE SETTEMBRE 2013


·         07/09: ore 18.30 Μεγας Εσπερινὸς/ Grande e Solenne Vespro/Vecernia Mare per la 1^ Festa del nuovo Anno Liturgico: la Nascita della Tuttasanta Madre di Dio/ Γενέθλιον τῆς Θεοτόκου/ Nasterea Maicii Domnului;

·         13/09: ore 18.30 Μεγας Εσπερινὸς/ Grande e Solenne Vespro/Vecernia Mare per la 2^ Festa del nuovo Anno Liturgico: l’Esaltazione della preziosa e vivificante Croce/ Ἡ Ύψωσις τοῦ Τιμίου Σταυροῦ/Inaltarea Sf. Cruci; (il giorno 14: digiuno stretto con permesso di olio e vino)

·         14/09: ore 07:15 Ορθρος/Mattutino/Utrenia/ Preghiera delle Ore con esposizione e venerazione della Santa Croce;
            ore  18:30 Εσπερινὸς/Vespro/Vecernia;


·         15/09: ore 08.30 Ορθρος/Mattutino/ Utrenia e Divina Liturgia;

mercoledì 7 agosto 2013

IL MESSAGGIO DELLA TRASFIGURAZIONE

Il 6 del mese di Agosto, celebriamo la memoria della Trasfigurazione del Signore, Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo


Qual è il messaggio di questa festa del Signore (in greco: Despotikì eorthì)?




40 giorni prima della Sua Passione, il Signore nostro Gesù Cristo sale sul Monte Tabor insieme a 3 dei Suoi Apostoli: Pietro, Giacomo e Giovanni. Perché il Signore sceglie questi tra i Suoi discepoli?

Poiché essi saranno anche con Lui su un altro monte: quello degli Ulivi, durante la tremenda ora della sua agonia. Per questo era necessario che essi fossero fortificati dalla visione della Sua gloria, anticipazione della Sua Resurrezione.

Inoltre, Pietro è stato colui che, a nome di tutti gli altri Apostoli, ha confessato la divinità di Cristo, Giacomo, il primo a versare il sangue per Lui e Giovanni -discepolo prediletto- sarà per eccellenza l'evangelista, il teologo, il cantore del Logos incarnato, cioè, di Cristo Dio divenuto uomo.

Negli inni e nell'iconografia di quest'oggi è continuo il riferimento al Monte Tabor. Cosa rappresenta?

Come ci riferiscono il Vangelo e i Santi Padri, il Signore insieme ai Suoi discepoli salì al Monte pregando, mentre pregavano si rivelarono i 2 grandi misteri e pilastri della nostra Santa Fede Ortodossa:

  1. il mistero della Trinità, il Dio Uno e Trino: il Padre che dall'alto parlava e rendeva testimonianza al Figlio e lo Spirito Santo presente sotto forma di nube luminosa.
  2. il mistero della Teantropia/ della divino-umanità di Cristo vero Dio, vero uomo.
Cristo è il Messia atteso e preannunciato dai Profeti (rappresentati da Elia e Mosè). 
Quello stesso Logos che essi videro nell'Antica Alleanza in maniera velata e attraverso simboli, oggi, essi stessi lo contemplano faccia a faccia  nella sua divino- umanità sul Monte Tabor.

Parafrasando quello che la Chiesa canta in questo giorno: Cristo trasfigurandosi ci mostra la nostra natura umana, la nostra carne -da Lui assunta- divinizzata, riportata, cioè, all'antica somiglianza con Dio prima della caduta di Adamo. 

Questa festa ci ricorda che tutti noi siamo chiamati alla divinizzazione (alla santità). E' questo il fine della vita Cristiana: riportare la nostra immagine all'antica somiglianza con Dio, all'Adamo prima della caduta che fu creato "a immagine e somiglianza con Dio". Dobbiamo dunque spogliarci dell vecchio Adamo dopo la caduta, vincendo tutte le passioni e i legami con il peccato e rivestirci di Cristo, nuovo Adamo.

"Dio si è fatto uomo perché l'uomo diventi dio" scrive sant'Atanasio di Alessandria.


Come possiamo, dunque, raggiungere la divinizzazione cioè la santità?

Rispondendo alla domanda che ci siamo posti prima, la risposta è semplice e chiara:

Se vogliamo accedere alla contemplazione di questi due grandi e tremendi misteri e quindi alla santità, la via è quella dell'ascesi, nello scalare il monte delle virtù attraverso la preghiera, proprio come hanno fatto i discepoli nel salire il Monte Tabor.

E come in cima al Monte Tabor contempliamo l'Amore di Dio per l'uomo (Dio che diviene uomo per la nostra salvezza), così in cima al Monte delle virtù contempliamo l'Amore.

Sull'amore saremo giudicati! (ci ricorda il Vangelo)

Come disse padre Paisios: 

"Se non arriveremo a vedere Dio in questa vita, non lo vedremo nemmeno nell'altra!

E dove dobbiamo vederlo?

Nel volto del nostro prossimo, nel volto, cioè, del fratello che vive accanto a noi".


E' questa la via per la divinizzazione!





mercoledì 31 luglio 2013

Programmi Pastorali Brindisi/Lecce Agosto 2013

Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli
Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta
CHIESA CRISTIANO ORTODOSSA SAN NICOLA DI MYRA
BRINDISI

Programma Pastorale AGOSTO 2013

Dal 01 al 15 Agosto la Chiesa ci invita al digiuno (post nigru) in preparazione alle due grandi feste: il 06 Agosto la Trasfigurazione del Signore sul Monte Tabor e il 15 Agosto la dormizione della Madre di Dio. È un digiuno uguale a quello per la Pasqua: dal Lunedì al Venerdì senza olio (post nigru) e Sabato e Domenica digiuno con olio e vino. Vi ricordo che il digiuno dai cibi deve essere accompagnato dal digiuno dalle passioni,dal peccato, dal giudizio e dal pettegolezzo. Estirpiamo dal nostro cuore l’egoismo, la superbia, la gelosia, l’invidia e le chiacchiere varie. Cerchiamo l’unità tra di noi e l’amore sincero perché il demonio non vuole altro che vederci l’un contro l’altro armato. Mettiamo da parte le nostre giustificazioni e chiediamo al Signore di convertirci seriamente a Lui.

·  Dal 01 al 12 Agosto: ore 19.00 Canto della Paraklisis alla Madre di Dio;

·   03 Agosto: ore 19.00 Εσπερινὸς/Vespro/Vecernia;

·   04 Agosto: ore 08.30 Ορθρος/Utrenia e Divina Liturgia;

·   05 Agosto: ore 19.00 Μεγας Εσπερινὸς/ Grande e Solenne Vespro/Vecernia Mare;

·       06 Agosto: FESTA DELLA TRASFIGURAZIONE DI NOSTRO SIGNORE/ΜΕΤΑΜΟΡΦΩΣΙΣ/ SCHIMBAREA LA FAȚĂ A DOMNULUI

  ore 08.30 Ορθρος/Utrenia e Divina Liturgia;
(digiuno con pesce, olio e vino)

·         10 Agosto: ore 19.00 Εσπερινὸς/Vespro/Vecernia;


Dal 13 Agosto al 30 Agosto la parrocchia rimane chiusa.


· 31 Agosto: 18.30 Εσπερινὸς/Vespro/Vecernia e partecipazione ai festeggiamenti di san Teodoro Megalomartire.

·  01 Settembre: ore 08.30 Ορθρος/Utrenia e Divina Liturgia. (INIZIO DEL NUOVO ANNO ECCLESIASTICO E LITURGICO).


Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli
Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta
CHIESA CRISTIANO ORTODOSSA DI SAN NICOLA DI MYRA
LECCE


·   08 Agosto: 17.30 Vecernia/Vespro;

·   11 Agosto: ore 10.00 Divina Liturgia:

La parrocchia rimarrà chiusa dal 13 al 31 Agosto.


·    05 Settembre: ore 17.30 Vecernia;

·   08 Settembre: NATIVITA’ DELLA SANTISSIMA MADRE DI DIO
(Nasterea Maicii Domnului)

Ore 10.00 Divina Liturgia.


·    22 Settembre: ore 10.00 Divina Liturgia.

venerdì 5 luglio 2013

Programmi pastorali Luglio 2013 Brindisi/Lecce

Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli
Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta
Chiesa ortodossa di San Nicola di Myra
BRINDISI

Programma pastorale Luglio 2013

06/07: ore 18.30 
        Εσπερινός /Vespro/Vecernia;

07/07: 1^ Domenica del mese/ 2^ di Matteo
ore 08.30 Ορθρος/Mattutino/Utrenia e Divina Liturgia;

•     13/07: ore 18.30 Εσπερινός/Vespro/Vecernia;

20/07: ore 18.30 
Εσπερινός /Vespro/Vecernia;

21/07: 3^ Domenica del mese/ 4^ di Matteo
Ore 08.30 Ορθρος/Mattutino/Utrenia e Divina Liturgia;

27/07: ore 18.30 
Εσπερινός /Vespro/Vecernia;

Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli
Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta
Chiesa ortodossa di San Nicola di Myra e sant'Irene
LECCE (via Ascanio Grandi)

14/07: 2^ Domenica del mese
ore 10.00  Divina Liturgia;

18/07: ore 18.30 
Εσπερινός /Vespro/Vecernia;

25/07: ore 18.30 
Εσπερινός /Vespro/Vecernia;

28/07: 4^ Domenica del mese
Ore 10.00 Divina Liturgia;



Pensiero del mese 
“ Il Paradiso è dolce ma richiede un grande sforzo”
(Papa Tychon)

martedì 2 luglio 2013

Manuale di Sopravvivenza Spirituale per un Cristiano Ortodosso che vive in Italia

Manuale di Sopravvivenza Spirituale per un Cristiano Ortodosso che vive in Italia

L’Italia, come sapete, è un paese ufficialmente a maggioranza cattolico. E’ bene tener presente che la chiesa di Roma per mille anni è stato il patriarcato ortodosso più prestigioso e che solo dall’XI secolo ha iniziato a separarsi dalla comunione con la nostra Chiesa modificando a tappe successive la liturgia, il dogma, la spiritualità e la disciplina ecclesiastica. Fino a dieci secoli fa battezzavano immergendo nella colinvitra come noi, davano la comunione con il vino insieme con il pane vero, non usavano l’ostia come fanno oggi, facevano il segno di croce ortodosso, le loro liturgie assomigliavano molto alle nostre, non avevano statue, ma affreschi e icone e la mensa eucaristica stava dietro l’iconostasi e i loro sacerdoti, erano coniugati come i nostri.Come molti di noi possono testimoniare, i cattolici sono spesso ottime persone, accoglienti ed ospitali; alcuni nei nostri confronti mostrano un affetto speciale e non di rado veniamo invitati a partecipare alle loro messe, con l’assicurazione che sarebbe la stessa cosa. Questo accade perché i cattolici ignorano gran parte delle nostre regole e sono convinti che non ci sono differenze sostanziali tra cattolicesimo e ortodossia. Qualche volta ci si sente anche in debito verso queste persone che mettono a disposizione tempo e aiuti materiali a sostegno degli immigrati.
Al momento attuale, però, anche se i rapporti tra le nostre chiese sono migliorati, tuttavia essi non sono ancora tornati all’ortodossia e quindi con loro non c’è comunione sacramentale. Questo significa che quando un ortodosso riceve un sacramento da un prete cattolico, viene automaticamente condotto fuori dalla Chiesa Ortodossa. Per un ortodosso non c’è pericolo più grave di questo. Anche solo accettare l’idea che cattolicesimo e ortodossia, oppure protestantesimo e ortodossia siano la stessa cosa, significa rinnegare la fede ortodossa: anche questo è un pericolo per l’anima.
Per mettersi al riparo da questo pericolo bisogna ricordarsi che:
  1. Nessun ortodosso può ricevere la comunione nella chiesa cattolica o comunque da sacerdoti cattolici.
    1. Nessun ortodosso può confessarsi o ricevere una qualsiasi benedizione da un sacerdote cattolico.
    2. Il matrimonio con un cattolico è consentito come eccezione: deve essere celebrato nella Chiesa Ortodossa e i coniugi devono promettere per iscritto che i figli che nasceranno dovranno essere battezzati ed educati nella Chiesa Ortodossa.
    3. Quando un ortodosso si ammala deve ricevere l’olio santo solo da sacerdoti ortodossi.
    4. Quando muore un ortodosso il funerale deve essere fatto da un prete ortodosso, possibilmente in una chiesa ortodossa.
    5. Le case in cui abitiamo non possono esser benedette da sacerdoti cattolici.
    6. Meglio evitare tutte le funzioni pubbliche dei non ortodossi (messe, rosari, incontri di preghiera di vario genere), a meno che non si tratti di matrimoni, funerali e altre ricorrenze di amici o parenti.
    7. Se i nostri figli frequentano la scuola in Italia non devono seguire l’insegnamento di religione.
    8. Non è bene che i nostri figli imparino il catechismo cattolico.
    9. Non è possibile fare da testimone alle nozze dei cattolici, né da padrino ai loro battesimi, comunioni o cresime, anche se i loro sacerdoti stessi lo ammettono.
Nel caso in cui qualcuno male informato ha commesso uno degli sbagli sopra elencati, deve sapere che è ancora in tempo per riparare, se contatta al più presto un sacerdote ortodosso per confessarsi.
E’ necessario fare molta attenzione agli uniati o greco-cattolici. Essi sono sacerdoti che appartengono totalmente al Vaticano anche se celebrano la nostra liturgia. Spesso sono nati nei nostri paesi, parlano la nostra lingua, conoscono le nostre tradizioni e sono disposti a giurare sui Vangeli che sono veramente ortodossi: in pratica, però, sono veri e propri sacerdoti cattolici travestiti da sacerdoti ortodossi; li riconoscete dall’insegnamento: se li sentite predicare che non ci sono differenze con la chiesa cattolica, allora avete a che fare con uno di loro: in questo caso vale tutto quello che abbiamo scritto sopra a proposito dei sacramenti cattolici. Non importa se celebrano come noi, nella nostra lingua e nel nostro rito: perché la liturgia sia ortodossa il sacerdote che celebra deve appartenere effettivamente alla Chiesa ortodossa, non a un corpo estraneo che la imita.
Purtroppo potete incontrare anche qualche sacerdote ortodosso che condivide queste convinzioni o che sostiene addirittura che tra non molto ci sarà la riunificazione delle chiese: queste persone vanno evitate perché non solo rischiano la loro anima, ma possono compromettere anche la vostra.
Ogni tanto vengono organizzati incontri fra cristiani cattolici, ortodossi e protestanti. Il fatto che spesso sono presenti anche sacerdoti della nostra Chiesa, non significa che l’unione è già fatta, ma soltanto che si studia e si riflette sul vero insegnamento di Cristo e si confrontano le idee e le posizioni. I sacri canoni ortodossi inoltre vietano ai sacerdoti della nostra chiesa di parteciparvi indossando i paramenti sacerdotali o anche solo una parte di essi come l’epitrachilion. Quei chierici che trasgrediscono queste prescrizioni commettono un peccato assai grave, perché i paramenti liturgici ortodossi devono essere indossati soltanto per le liturgie ortodosse.
Che cosa fare in Italia per non smarrire la retta via? Cercate la Chiesa Ortodossa più vicina, non importa se appartiene ad un altro patriarcato. L’idea secondo cui la Chiesa e la nazionalità devono coincidere è un eresia condannata due secoli fa. Dovunque c’è una Chiesa  Ortodossa siete a casa vostra perché la Chiesa è la vera patria dei cristiani ortodossi. Procuratevi almeno il Nuovo Testamento e qualche libro di preghiere della nostra Chiesa  (Salterio, Libro delle Ore). Se la Chiesa Ortodossa è troppo lontana, cercate di raggiungerla almeno una volta al mese. Le altre domeniche, nella stessa ora in cui si celebra la Divina Liturgia pregate a casa davanti alle icone leggendo i libri di preghiera ortodossi e il Nuovo Testamento.
Tutti sappiamo che è faticoso vivere in un paese non ortodosso, ma dobbiamo ricordarci che la fatica che facciamo per non perdere la nostra strada in queste condizioni, ha molto valore davanti a Dio; Egli infatti ha detto:
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa è la via che conduce alla perdizione e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano. Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci (Matteo 7, 13-15).

mercoledì 19 giugno 2013

O Dio, il tuo amore prenda possesso...

O Dio, il tuo amore prenda possesso di tutto il nostro essere e ci renda totalmente tuoi...
Preghiera di san Colombano (21 Novembre)
Colombano (ca. 543-615) nacque in Irlanda. Entrato nel più celebre monastero benedettino del tempo, Bangor, ebbe come maestro il grande abate Comgall. Verso il 590, sulla scia della tradizione dei monaci irlandesi, peregrinanti pro Christo su tutte le vie del continente, Colombano lasciò l'isola e si diede a percorrere la Britannia e la Gallia, fondando monasteri nei Vosgi, di cui fu abate. Gli erano compagni dodici monaci, tra cui Gallo, fondatore in seguito del celebre monastero che porta ancora oggi il suo nome nell'omonimo cantone svizzero.
Durante il viaggio giunsero a Milano dove ricevettero la protezione alla corte longobarda di Agilulfo e Teodolinda. Divenuto consigliere dalla regina, Colombano si dedicò, con gli scritti e la parola, alle lotte antiariane. Nel 614 fondò il monastero di Bobbio, nell'Appennino piacentino, uno dei più vivi centri di spiritualità e cultura del Medioevo. 


 Beati e lieti "i servi che il Signore al suo ritorno troverà ancora svegli" (Lc 12, 37)! Veglia beata quella in cui si è in attesa di Dio, creatore dell'universo, che tutto riempe e tutto trascende! Voglia il cielo che il Signore scuota anche me, meschino suo servo, dal torpore della mia pigrizia e tanto mi infiammi della sua divina carità, da rendermi infuocato del suo amore, fin sopra le stelle, così che io arda dal desiderio di amarlo sempre più, e questo fuoco mai e poi mai si spenga in me!
Voglia il cielo che i miei meriti siano così grandi che la mia lucerna la notte risplenda senza interruzione nel tempio di Dio, sì da poter illuminare quanti entrano nella casa del mio Signore.

Dio Padre, ti prego nel nome del tuo Figlio Gesù Cristo, donami quella carità che non viene mai meno, perché la mia fiaccola si mantenga sempre accesa, e mai si spenga; arda per me, risplenda per gli altri.
Degnati, o Cristo, dolcissimo nostro Salvatore, di accendere le nostre lampade; costantemente nel tuo tempio rifulgano, alimentate da te, che sei la luce eterna; siano rischiarati gli angoli oscuri del nostro spirito e siano fugate lontano da noi le tenebre del mondo.

Dona, dunque, o Gesù mio, ti prego, luce alla mia lucerna, perché al suo fulgore mi si apra il santuario celeste...
Fa' che io veda, contempli e desideri te solo; te solo ami, sempre in attesa fervente di te...
O amato nostro Salvatore, mostrati a noi che bussiamo, perché, conoscendoti, amiamo te solo, te solo desideriamo, a te solo pensiamo continuamente, meditando giorno e notte tutte le tue parole. Suscita in noi un amore tanto intenso, quale conviene e meriti che a te sia reso.

O Dio, il tuo amore prenda possesso di tutto il nostro essere e ci renda totalmente tuoi...
La parabola delle 10 Vergini

martedì 18 giugno 2013

"Siamo tornati a casa nostra..."


Padre Cosmas, di beata memoria, scrive in un testo intitolato «In mezzo alle rovine»

"Siamo tornati a casa nostra  e ci hanno accolto amorevolmente i santi del luogo, le macerie e i sospiri sotterranei dei nostri antenati imbavagliati"

Con questi sentimenti abbiamo accolto l'invito rivolto alla nostra Vicaria di Puglia della Sacra Arcidiocesi d'Italia e Malta (Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli) da parte del Gruppo Archeologico di Terra d'Otranto in occasione dell'inaugurazione dell'Archeoparco di Torre Pinta ad Otranto, tenutasi domenica 16 Giugno 2013 alle ore 19.00. Dopo secoli e secoli grazie all'instancabile lavoro e alla grande passione di Elvino Politi e Chiara Riccia De Luca è stata riportata alla luce la cripta di San Nicola (VII sec. d.C.).
È stata riaperta con la preghiera del trisaghion per il riposo e l'eterna memoria dei monaci e le monache che si sono santificati con l'ascesi in questi luoghi e con il canto del tropario a san Nicola cantato dalla nostra parrocchia e da alcuni ragazzi del coro della parrocchia russa di Bari; alla preghiera si sono uniti i visitatori presenti. È stata una grande emozione. Il tutto si è concluso con una cena con ricette bizantine. Un grazie di cuore ai carissimi Elvino Politi e Chiara Riccia De Luca e ad maiora!!!

Dopo oltre 5 secoli un rappresentante del Patriarcato di Costantinopoli ritorna a pregare all'interno di una delle cripte più antiche di Terra d'Otranto. E' tornare indietro di secoli, e vivere in prima persona un momento di composto mistero ed emozione.



Per informazioni sulla visita all'Archeoparco visitate il sitoweb: www.archeoparco.org.

Seguono alcune foto:












sabato 8 giugno 2013

Perché Cristo non viene anche da me?


"Una volta mi si è avvicinato un signore e mi ha detto: D'accordo signor Panagopoulos, a me non interessa nulla di Cristo, lo ammetto. Ma, dal momento che Cristo è venuto per tutti gli uomini, perché non viene anche da me per trovarmi e salvarmi? Venga anche da me, la pecorella smarrita, per salvarmi. D'altronde non sono forse anch'io suo figlio? Così mi disse questo signore e quando ebbe finito gli dissi: Cristo non viene a trovarti perché non beli! Se una pecora si perde e non bela, il pastore non riesce a trovarla. Così anche te non beli, non cerchi Dio e Cristo non può trovarti. Il cieco nato gridava forte il nome di Cristo e si tolse persino le vesti per raggiungere più velocemente Cristo! Non è andato Cristo dal cieco ma il cieco da Cristo e noi abbiamo la pretesa che Cristo venga da noi! Se non cerchiamo in questo mondo di incontrare Cristo, affinché ci aiuti, non lo incontreremo nemmeno nell'altra vita. Dio non lascia senza aiuto nessun uomo che lo invoca. Dio lascia l'uomo libero di fare le proprie scelte nella vita e se l'uomo aspetta che Dio lo aiuti, senza che egli invochi il suo aiuto, l'unica cosa certa è che subirà gli effetti dolorosi della dannazione...."

Tratto da:Εις αγαθή ανάμνηση
Εμπειρικές αλήθειες από την κηρυκτική διακονία του πιστού εργάτου Κυρίου
ΔΗΜΗΤΡΙΟΥ Α. ΠΑΝΑΓΟΠΟΥΛΟΥ
(1916-1982)
Εκδόσεις "Ορθόδοξος Κυψέλη"


sabato 25 maggio 2013

27 Maggio:San Giovanni il Russo, il confessore e le sue reliquie incorrotte.

Vita di San Giovanni il Russo, un nuovo confessore e le sue reliquie incorrotte.



Le sue venerabili reliquie riposano nell'isola greca di Eubea.

"Le reliquie incorrotte sono, nella nostra tradizione, l'indiscutibile prova della theosis (divinizzazione) o in altre parole, il compimento della terapia ascetica della Chiesa" 

-Padre Giovanni Romanidis-

Il santo confessore Giovanni il Russo nacque in Russia intorno al 1690, e fu cresciuto nella devozione e nell'amore per la Chiesa di Dio. Raggiunta l'età adulta fu chiamato al servizio militare e servì come soldato semplice nell'esercito di Pietro I prendendo parte alla guerra russo-turca. 
Durante la campagna di Prutsk del 1711 egli insieme ad altri soldati fu catturato dai Tartari che lo consegnarono al comandante della cavalleria turca il quale lo portò nella sua casa  in Asia Minore, nel villaggio di Prokopion.

I Turchi cercarono di convertire i soldati Cristiani alla fede musulmana con minacce e lusinghe ma quelli che resistettero furono picchiati e torturati. Alcuni, purtroppo, rinnegarono Cristo e divennero musulmani sperando di migliorare la loro sorte. San Giovanni, non sviato dalla promessa di piaceri terreni, sopportò coraggiosamente l'umiliazione e i maltrattamenti.
Il suo padrone lo torturava spesso nella speranza che il suo schiavo avrebbe accettato l'Islam. San Giovanni resistette fermamente al volere del suo padrone dicendo:"Non mi allontanerai dalla mia santa Fede né con minacce, né con la promessa di ricchezze e piaceri. Obbedirò ai tuoi ordini volentieri se mi lascerai libero di seguire la mia religione. Preferirei cedere a te la mia testa piuttosto che cambiare la mia fede; sono nato cristiano e morirò cristiano".


San Giovanni confessa la sua Fede Cristiana al suo padrone
Finalmente le coraggiose parole e la ferma fede di san Giovanni così come la sua umiltà e mitezza, addolcirono il cuore feroce del suo padrone. Egli lasciò in pace Giovanni e non cercò più di fargli rinunciare il Cristianesimo. Il santo viveva nella stalla e si prendeva cura dei cavalli del padrone, gioendo perché il suo letto era una stalla proprio come quella in cui era nato il Salvatore.
Dalla mattina fino a tarda sera il santo serviva il suo padrone turco, obbedendo a tutti i suoi comandi. Svolgeva i suoi compiti nel freddo invernale e nel caldo estivo, seminudo e scalzo. Gli altri schiavi spesso lo prendevano in giro vedendo il suo zelo. San Giovanni non si arrabbiò mai con loro ma al contrario li aiutava quando poteva e li confortava nella loro disgrazia.

La bontà del santo fece effetto sia sull'anima del padrone sia su quelle degli altri schiavi. Agha e sua moglie incominciarono ad amarlo e gli offrirono una stanza vicino al fienile. San Giovanni non l'accettò, preferendo rimanere nella stalla con gli animali. Qui dormiva sul fieno, coperto solamente da un vecchio cappotto. Così la stalla divenne il suo eremo dove pregava e cantava salmi.
San Giovanni portò una benedizione nella casa del suo padrone semplicemente vivendo nella sua casa. L'ufficiale della cavalleria diventò ricco e fu ben presto uno degli uomini più potenti di Prokopion. Egli sapeva molto bene perché la sua casa era stata benedetta e non esitò a dirlo agli altri.
Ogni tanto san Giovanni, durante la notte, lasciava la stalla e andava nella chiesa del santo grande martire Giorgio dove vegliava stando nel nartece. Il sabato e nei giorni festivi riceveva i santi Misteri di Cristo.
Durante questo periodo san Giovanni ha continuato a servire il suo padrone come prima e, nonostante la sua povertà, ha sempre aiutato i bisognosi e gli ammalati condividendo con loro il suo povero cibo.

Un giorno l'ufficiale lasciò Prokopion e andò in pellegrinaggio alla Mecca. Pochi giorni dopo sua moglie diede un banchetto invitando gli amici del marito e i parenti, chiedendo loro di pregare per il ritorno sicuro di suo marito. San Giovanni mentre serviva al tavolo, portò un piatto di pilaf, cibo preferito del suo padrone. La padrona di casa disse:"O quanto sarebbe stato felice il tuo padrone di mangiare un piatto di pilaf con tutti noi". 
San Giovanni chiese un piatto di pilaf dicendo che lo avrebbe mandato al suo padrone alla Mecca. Gli ospiti si misero a ridere quando sentirono le sue parole. La signora, tuttavia, ordinò al cuoco di dargli un piatto di pilaf pensando che lo avrebbe mangiato egli stesso o lo avrebbe donato a una famiglia povera.
Prendendo il piatto, san Giovanni andò nella stalla e pregò Dio di mandarlo al suo padrone. Non aveva alcun dubbio che Dio lo avrebbe mandato al suo padrone in un modo soprannaturale. Il piatto scomparve davanti ai suoi occhi ed entrò in casa per dire alla moglie del padrone che aveva il pilaf al marito.
Dopo qualche tempo, il padrone tornò a casa con il piatto di rame che aveva contenuto il pilaf. Egli raccontò alla sua famiglia che in un determinato giorno (quello del banchetto) tornò dalla moschea alla casa dove risiedeva. Anche se la camera era chiusa a chiave, egli trovò un piatto fumante di pilaf sul tavolo. Incapace di spiegare chi aveva portato il cibo o in quale modo erano riusciti ad aprire la stanza chiusa a chiave. L'ufficiale esaminò il piatto. Con grande stupore,vide il proprio nome inciso sul piatto di rame. Nonostante la confusione, mangiò il pasto con grande gusto.
Quando la famiglia dell'ufficiale sentì questa storia fu molto meravigliata. Sua moglie raccontò di come Giovanni avesse chiesto un piatto di pilaf da inviare al suo padrone alla Mecca e come tutti avessero riso quando Giovanni era tornato dicendo che lo aveva inviato. Ora capirono che ciò che aveva detto il santo era vero. (Confronta la storia di Abacuc che miracolosamente portò un piatto di lenticchie a Daniele nella fossa -Dan. 14:33-39- nella Septuaginta)

San Giovanni supplica l'angelo del Signore di trasportare il piatto di pilaf al suo padrone Aga che si trovava alla Mecca
Verso la fine della sua vita difficile, san Giovanni cadde malato avvertendo la vicinanza della sua fine. Chiamò il sacerdote in modo che potesse ricevere la santa Comunione. Il sacerdote temendo di andare apertamente con i santi Doni alla casa del comandante turco, li nascose in una mela e li portò a san Giovanni.
San Giovanni glorificò il Signore, ricevette il Corpo e il Sangue di Cristo e poi si riposò (morì). Il santo Confessore Giovanni il Russo se andò al Signore che egli amava il 27 Maggio 1730. Quando avvisarono il padrone della morte del suo servo Giovanni, egli convocò i sacerdoti e diede loro il corpo di san Giovanni per la sepoltura cristiana. Quasi tutti gli abitanti cristiani di Prokopion parteciparono al suo funerale,accompagnando il corpo del santo al cimitero cristiano.
Tre anni e mezzo dopo, il sacerdote fu informato miracolosamente in un sogno che le reliquie di san Giovanni erano rimaste incorrotte. Subito le reliquie del santo furono trasferite nella chiesa del grande santo martire Giorgio e poste in un reliquiario speciale. Il nuovo santo di Dio cominciò a essere glorificato da innumerevoli prodigi di grazia, i cui racconti si diffusero nelle città e nei villaggi remoti. Cristiani credenti da vari luoghi vennero a Prokopion per venerare le sacre reliquie di san Giovanni il Russo ed essi ricevettero la guarigione per le sue preghiere. Il nuovo santo cominciò a essere venerato non solo dai Cristiani Ortodossi ma anche dagli Armeni e persino dai Turchi, che pregavano il Santo russo dicendo:"Servo di Dio, nella tua misericordia, non disegnarci."

La dormizione di san Giovanni il Russo
Nell'anno 1881 una parte delle reliquie di san Giovanni furono trasferite dai monaci dell'Athos nel monastero del santo grande martire Pantaleone dopo che erano stati miracolosamente salvati dal santo durante un pericoloso viaggio.
La costruzione di una nuova chiesa ebbe inizio nel 1886 attraverso i contributi del monastero e degli abitanti di Prokopion. Questo fu necessario perché, la chiesa del santo grande martire Giorgio, dove erano custodite le reliquie di san Giovanni,era caduta in rovina.
Il 15 agosto 1898 la nuova chiesa dedicata a san Giovanni il Russo fu consacrata da Giovanni Metropolita di Cesarea con la benedizione del Patriarca Ecumenico.
Nel 1924 ebbe luogo uno scambio delle popolazioni della Grecia e della Turchia. Molti musulmani lasciarono la Grecia e molti Greci lasciarono la Turchia. Gli abitanti di Prokopion quando si trasferirono per l'isola di Eubea portarono con loro una parte delle reliquie di san Giovanni il Russo.
Per diversi decenni le reliquie furono nella chiesa dei santi Costantino ed Elena a Nuova Prokopion e nel 1951 furono trasferite in una nuova chiesa dedicata a san Giovanni il Russo. Migliaia di pellegrini si riversano qui da ogni angolo della Grecia, in particolare per la sua festa, il 27 Maggio. 

San Giovanni il Russo è grandemente venerato sul Monte Athos,in particolare nel monastero russo di san Panteleimon.
L'aiuto di san Giovanni è invocato dai viaggiatori e dai trasportatori.

Il ritrovamento del corpo di san Giovanni, intero ed incorrotto, tre anni e mezzo dopo la sua sepoltura.
Alcuni miracoli di san Giovanni:

Il Santo ha compiuto molti miracoli anche dopo il suo benedetto riposo. Un discendente di Agha, il suo padrone, ha raccontato il seguente miracolo:"I miei figli non sarebbero vissuti se non per breve tempo e sarebbero morti ancora bambini. La loro sfortunata madre, dopo aver perso la speranza nella sapienza della medicina, andò senza che io lo sapessi, alle reliquie dello schiavo Giovanni, con la speranza che le fosse concesso che i suoi figli non morissero bambini, gioendo così di vederli giovani uomini e giovani ragazze. Veramente il giusto Giovanni ha ascoltato la supplica di mia moglie. Dio ci ha concesso un piccolo e forte bambino che noi abbiamo chiamato, Kole Guvan Oglu (cioè "Figlio dello schiavo Giovanni), e per la potenza di Dio e per le preghiere di Giovanni vive tuttora.
Più volte san Giovanni è apparso in sogni e visioni avvisando di pericoli imminenti. Una volta ha avvertito alcuni bambini di una scuola greca che il tetto stava per crollare, essi ebbero abbastanza tempo per mettersi sotto i banchi, e il tetto crollò. Nessuno dei bambini fu ferito.
Più recentemente abbiamo sentito di miracolose guarigioni di due gravi casi di meningite: uno di un giovane pastore di 19 anni nel sud della Grecia e un altro di un bambino di 3 anni a Londra.
Oggi una parte della mano destra di san Giovanni è custodita in uno speciale reliquiario d'argento nel Sacro Monastero della Trasfigurazione di Boston, dove molta gente si reca per venerarla e chiedere le preghiere di questo semplice confessore della Fede cristiana, sapendo che il Signore resiste ai superbi, ascoltando prontamente le preghiere degli umili.
Parte delle reliquie si trovano al monastero di san Panteleimon al Monte Athos e una parte della mano si trova in un monastero degli Stati Uniti.