Una fra le più suggestive testimonianze sul Salterio ci è data dal Discorso sull’Abate Filemone, che si trova nella Filocalia:
Il profeta Davide mentre compone il Salterio |
Ecco qual era la liturgia del santo vegliardo Filemone: la notte, salmodiava tranquillamente tutto il Salterio con i cantici e recitava una pericope del Vangelo. Per il tempo rimanente stava seduto, dicendo tra sé e sé: Signore, abbi misericordia! E questo per così tanto fino a non poterlo più pronunciare. Il resto lo concedeva al sonno, ma, all’ albeggiare, salmodiava Primo, poi si sedeva sulla sedia, rivolto ad Oriente, ora salmodiando, ora ripetendo a memoria un brano dell’Apostolo (le Epistole) e del Vangelo. Faceva così tutti i giorni, salmodiando e pregando incessantemente nutrendosi della contemplazione delle cose celesti, al punto che il suo spirito era spesso elevato nella contemplazione e non avrebbe potuto dire se fosse ancora sulla terra...Un giorno, un fratello gli chiese: "perché, Padre, trovi tanta dolcezza nel Salterio, più che in ogni altra Scrittura divina, e perché, recitandolo tranquillamente, parli come se fossi in conversazione con qualcuno?" Quello gli rispose: "Ti dico, figlio mio, Dio ha impresso la forza dei salmi nella mia povera anima, come avvenne per il profeta David. Non mi potrò più separare dalla dolcezza delle multiformi contemplazioni che vi si trovano. Perché i Salmi contengono tutta la divina Scrittura"
Dal «Commento sui salmi» di sant’Ambrogio, vescovo
(Sal 1, 4. 7-8; CSEL 64, 4-7)
Il dolce libro dei salmi
Tutta la Scrittura divina spira la bontà di Dio, tuttavia lo fa più di tutto il dolce libro dei salmi. Pensiamo a quanto fece Mosè. Egli descrisse le gesta degli antenati sempre con stile piano. Vi furono circostanze, però, nelle quali sentì il bisogno di innalzarsi ad altezze liriche. Così quando in quel memorabile evento fece passare attraverso il Mare Rosso il popolo dei padri, vedendo il re Faraone sommerso con il suo esercito, dopo aver compiuto cose superiori alle sue forze, si sentì profondamente ispirato e cantò al Signore un inno trionfale. Anche Maria, la profetessa, prendendo il cèmbalo, esortava le altre sue compagne dicendo: «Cantate al Signore perché ha mirabilmente trionfato: ha gettato in mare cavallo e cavaliere!» (Es 15, 21).
La storia ammaestra, la legge istruisce, la profezia predice, la correzione castiga, la buona condotta persuade, ma nel libro dei salmi vi è come una sintesi di tutto questo e come una medicina dell’umana salvezza. Chiunque li legge, trova di che curare le ferite delle proprie passioni con uno speciale rimedio. Chiunque voglia lottare, guardi quanto si dice nei salmi e gli sembrerà di trovarsi nella pubblica palestra delle anime e nello stadio delle virtù e gli si offriranno diverse specie di gare. Si scelga fra queste quella alla quale si riconosce più adatto, per giungere più facilmente alla corona del premio.
Sant'Ambrogio, vescovo di Milano |
E che dirò del carisma profetico?Ciò che altri hanno annunziato in maniera confusa, solamente a Davide appare promesso con chiarezza ed apertamente. Sentì, infatti, che il Signore Gesù sarebbe nato dalla sua stessa stirpe, come gli disse Dio: «Il frutto delle tue viscere io metterò sul tuo trono!» (Sal 131, 11). Nei salmi Gesù non solamente è preannunziato nella sua nascita per noi, ma accetta anche la sua passione, come causa di salvezza. Per noi muore, risorge, sale al cielo, siede alla destra del Padre. Ciò che nessun uomo avrebbe mai osato dire, lo ha annunziato il salmista profeta e poi lo ha predicato nel vangelo lo stesso Signore.
1) Il primo testo è tratto dall'articolo: : http://tradizione.oodegr.com/tradizione_index/commentilit/salmideseille.htm