La lotta contro i pensieri cattivi e vani
(sintesi di un'omelia del Metropolita di Lemesou-Cipro, Atanasio)
"La tua pronta protezione, il tuo aiuto e la tua compassione mostra al tuo servo, e placa, o Pura, le onde dei vani pensieri; rialza o Madre di Dio la mia anima caduta, so infatti o Vergine, so che tutto ciò che vuoi, puoi"
(dalla Liturgia Ortodossa)
I pensieri: cosa sono?
I pensieri cattivi ma anche quelli inutili cercano di allontanare la mente dell'uomo dalla luminosità divina e dalla stabilità del ricordo di Dio; tutta la dottrina dei padri del deserto e dei padri esicasti, fino ai nostri giorni, incita a questa "sobrietà" delle mente, mediante la preghiera (in modo particolare quella del Nome: Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me, peccatore), per giungere a riempirla soltanto del pensiero di Dio.
1. Tutti siamo bombardati da cattivi pensieri. Essi sono le conseguenze del peccato di Adamo. Vengono da fuori e vogliono entrare dentro.
1. Tutti siamo bombardati da cattivi pensieri. Essi sono le conseguenze del peccato di Adamo. Vengono da fuori e vogliono entrare dentro.
2. Non dobbiamo rattristarci se siamo bombardati da essi, o sentirci in colpa anche se essi vengono durante la preghiera o persino quando siamo in chiesa; né tanto meno dobbiamo confessare questa moltitudine.
3. E' un errore ritenere che i pensieri caratterizzino l'uomo. Se uno, ad esempio, è bombardato dai pensieri di rubare, non vuol dire che egli sia un ladro.
Come agiscono?
Tutta la tradizione della Chiesa è concorde nel ritenere che ogni peccato parte dal pensiero, secondo questo schema:
a. Provocazione del pensiero: ruba (qui l'uomo non ha colpa)
b. L'uomo dialoga con il pensiero: "se io rubo che succede? e se non rubassi?" (il pensarci su, il dialogare non è peccaminoso ma è tuttavia pericoloso). Dice padre Paisio: ci mettiamo a dialogare con il diavolo?!
c. L'uomo accetta il pensiero.
d. L'uomo lo trasforma in azione.
Come combatterli?
1. Ignorandoli. Non parlare con essi, non dare loro importanza, perché altrimenti aumentano. Immaginiamo di essere chiusi nella nostra casa e fuori qualcuno ci minaccia di farci del male. Se noi non apriamo, siamo al sicuro.
2. Rispondere ad essi, controbattere. Tuttavia è molto pericoloso, specie per i deboli. Con i pensieri carnali non si applica questo punto, essi vanno ignorati.
3. Se le prime due armi non funzionano, troviamo un altro pensiero, una distrazione. Anche contare sino a 100, per far perdere forza al pensiero!
4. Il nome di Gesù (Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me, peccatore). Tuttavia, ad esso non bisogna ricorrere subito, quando inizia la battaglia di un pensiero perché c'è il rischio di cadere in un'angoscia spirituale, in un abbattimento psicologico che ci fa danno e ci può far perdere il controllo di noi stessi. Come quando un soldato si sta preparando ad un attacco e ha paura e per autoconvicersi che non ha paura, inizia a dire :"non ho paura, non ho paura...", finendo così per impazzire. Alla fine pur non cadendo nel pensiero si diventa prigionieri della paura di esso.
La preghiera serve prima dell'attacco dei pensieri. Essa sana l'uomo, lo rende forte e invulnerabile, lo prepara per il momento della battaglia, lo purifica. Ad esempio: I Padri quando incontravano le prostitute non pensavano nulla di male anzi piangevano perché in esse vedevano l'icona (seppur deformata) di Cristo. Questo testimonia che essi tramite la preghiera si erano purificati e liberati da ogni pensiero cattivo.
La preghiera ci dona autocontrollo, ci fa comprendere la grandezza dell'amore di Dio e di conseguenza non ci fa desiderare altro.
5. Anche lo studio e la lettura della Sacra Scrittura e di libri spirituali aiuta molto. Essa ci riempe di buoni pensieri e intenzioni, ci dona lo Spirito Santo. Anche se non comprendiamo tutto di quello che leggiamo, lo Spirito Santo penetra in noi in maniera misteriosa.
6. La Confessione e la Comunione.
La Confessione ci umilia, schiaccia le passioni e l'egoismo, ci dona la grazia della conversione.
La Comunione è l'unione totale con Cristo che diviene una sola cosa con noi.
Perché Dio consente ai pensieri di attaccarci?
Dio consente questo per farci acquisire l'umiltà che è la meta regale.
Sui sogni...
Appena ci svegliamo, facciamo il segno di Croce e dimentichiamo il sogno, senza più ripensarlo nel corso della giornata.
E se cadiamo in qualche pensiero?
Non disperare! Ma rialziamoci subito, pentendoci e ricorrendo alla confessione.
La lotta contro i pensieri nella vita dei Santi:
"I santi hanno imparato a lottare contro il Nemico, e conoscendo il modo fraudolento con cui agiscono mediante i "pensieri", per tutta la loro vita li hanno respinti. Al primo momento il "pensiero" non sembra malvagio, ma poco a poco riesce a distogliere la mente dalla preghiera e finisce per seminarvi confusione; dunque è indispensabile saper respingere ogni "pensiero", anche se essi sembrano buoni, e concentrare la mente pura solo in Dio... Se però sopraggiunge un "pensiero" non bisogna turbarsene, ma restare in preghiera... Non bisogna agitarsi poiché i nemici traggono piacere dalla nostra confusione... Pregate e il "pensiero" si allontanerà da solo... Questa è la via che conduce alla santità".
San Silvano l'Aghiorita, in Archimandrita SOFRONIO, <<Silvano del Monte Athos>>, Gribaudi, Milano 1995, p. 169
Quando i demoni ti vedono che stai pregando veramente, allora ti mettono in mente pensieri apparentemente importanti per farti distrarre dalla preghiera. Dopo un po li fanno dimenticare spingendo la mente ad occuparsi di loro cercando di ritrovarli. Ma non riuscendo a ricordarli ti rattristi.Quando poi riprendi la preghiera, i demoni ti fanno ricordare le preoccupazioni che avevano messo nella tua mente per farti perdere definitivamente la preghiera feconda.
S. Nilo l'Asceta
"Quando ti alzi dal sonno, che il tuo primo pensiero sia per Dio. Quando vai a dormire, quando vai a immergerti in quest'immagine della morte, gli ultimi tuoi pensieri siano quello dell'eternità e quello di Dio che in essa regna"
(San Ignazio Brjancaninov)
"Quando iniziamo a pregare siamo attaccati da mille pensieri e preoccupazioni, anche travestiti di cose buone e sante ma vanno tutti respinti, dobbiamo concentrarci solo sulle parole della preghiera. Un monaco scherzava così: figlio mio, dovevo dirti una cosa ma mi sono dimenticato...ma non ti preoccupare quando prego mi tornerà in mente" (Metropolia Atanasio di Lemesou)
"Un fratello venne a dire al padre Poemen: "Padre, ho molti pensieri cattivi, che mi mettono in pericolo". L'anziano lo condusse fuori all'aria e gli disse: "Allarga il tuo petto e ferma i venti". "Non posso fare questo! ", disse l'altro. "Se non puoi fare questo, gli dice l'anziano, non puoi nemmeno impedire ai pensieri di sopraggiungere, ma dipende da te il resistere" (dal gerontikon)