San Nikiforo,
il lebbroso
Canonizzato il giorno 01 Dicembre 2012 dal Santo Sinodo del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli
Nikiforo
il lebbroso, addormentatosi nel Signore il 4 gennaio 1964, è stato
ufficialmente annoverato tra i Santi canonizzati della Chiesa Ortodossa dal
Santo Sinodo del Patriarcato Ecumenico, l'1 dicembre 2012.
Di
seguito riportiamo una breve vita del Santo, da poco glorificato, scritta dal
monaco Simone nel libro "Nikiforo il lebbroso: Il luminoso atleta della
pazienza" (Atene, 2007).
Padre
Nikiforo (nel mondo: Nicola) nacque in un villaggio di Chania, in Serikari. I
suoi genitori erano semplici e pii contadini, che morirono quando egli era
ancora un piccolo bimbo, lasciandolo orfano.
Così,
all'età di tredici anni lasciò la sua casa, si recò a Chania e iniziò a
lavorare in una sala da barba. Lì, iniziò a manifestare i primi sintomi del
morbo di Hansen (la lebbra). A quel tempo, i lebbrosi erano esiliati nell'isola
di Spinaloga, poiché la lebbra, essendo contagiosa, era vista con paura e
orrore.
All'età
di sedici anni iniziarono a divenire più evidenti in lui i segni del morbo; decise,
così, di fuggire con una barca dal recinto di Spinaloga alla volta dell'Egitto.
Lì, rimase ad Alessandria lavorando ancora in una sala da barba. Tuttavia i
segni del suo morbo diventarono ancora più evidenti, specie sulle sue mani e
sul volto. Grazie al consiglio di un sacerdote, fuggì a Chio, dove c'era una
casa per lebbrosi, in cui c'era un sacerdote: Padre Anthimo Vagianos, più tardi
san Anthimo di Chios.
Nicola
raggiunse Chios nel 1914, all'età di ventiquattro anni. Alla casa per lebbrosi
di Chios c'era una cappella dedicata a san Lazzaro, dove si conservava l'icona
miracolosa della Panaghia (lett. "la Tutta Santa") dell'Ypakoì
(obbedienza). In quel luogo si aprì per Nicola lo stadio delle virtù. In due
anni san Anthimo giudicò che Nicola era pronto per lo skima angelico (l'abito
monastico) e lo tonsurò monaco con il nome di Nikiforos. Il morbo avanzò in
assenza di medicinali adatti, e portò molti e grandi cambiamenti (il farmaco fu
trovato più tardi, nel 1947).
L'allora monaco Nikiforos con san Anthimo di Chio
Padre
Nikiforo visse con indiscriminata, autentica obbedienza e digiuno austero
lavorando nel giardino. Compilò persino un catalogo che raccoglieva i miracoli
di san Anthimo, dei quali fu testimone oculare (molti riguardavano la
guarigione d’indemoniati).
Tra
san Anthimo e il monaco Nikiforo ci fu una relazione spirituale unica, tanto è
che Nikiforo "non si separava da lui nemmeno di un passo" come ha
scritto padre Theoklito nel suo libro "San Anthimo di Chio". Di
notte, padre Nikiforo pregava per ore e ore, facendo innumerevoli metànie (prostrazioni),
non proferendo la parola a nessuno né rovinando il suo cuore su nessuno; fu
anche capo cantore della chiesa. A causa della sua malattia, però, perse
lentamente la vista e molti degli inni erano cantati da altri.
Nel
1957 il Lovokomeio di Chio fu chiuso e i restanti pazienti, insieme a padre
Nikiforo, furono mandati al centro anti-lebbra di santa Barbara ad Atene. A
quel tempo padre Nikiforo aveva circa sessantasette anni. Le parti del suo
corpo e i suoi occhi erano stati affetti e trasformati del tutto dalla
malattia. Lì, nel centro anti-lebbra viveva padre Eumenios, il quale, in
passato, era stato anch’egli affetto dal morbo di Hansen, ma grazie ai
progressi della medicina era completamente guarito. Egli decise comunque di
rimanere lì per il resto della sua vita vicino agli altri pazienti che curò con
tanto amore.
Di
conseguenza, egli divenne un figlio spirituale di padre Nikiforo, al quale come
ricompensa della sua pazienza, il Signore aveva concesso molti doni. Molte
persone accorrevano all'umile cella del monaco lebbroso Nikiforo per ricevere
la sua benedizione.
Coloro
che lo incontrarono riferiscono che:
Sebbene
fosse costretto a letto, con ferite e dolori, non si lamentava ma mostrava
grande pazienza.
Aveva
la grazia di confortare i travagliati.
I
suoi occhi erano continuamente irritati, la sua vista era minima e aveva le
mani ricurve e gli arti inferiori paralizzati. Nonostante ciò, era molto dolce,
mite, molto sorridente, raccontava storie ricche di grazia, era piacevole e
amabile.
Diceva:
“Figlio mio, preghi? E come preghi?...devi pregare con la preghiera di Gesù,
con le parole: "Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me". Devi
pregare così. In questo modo va bene.
Il
suo volto, mangiato dai segni della sua malattia e delle ferite, brillava e
trasmetteva gioia a tutti coloro che vedevano quest'uomo completamente povero e
mostruosamente malato che diceva: "Sia glorificato il Suo santo
Nome."
All'età
di settantaquattro anni, il 4 gennaio del 1964, padre Nikiforo si riposava nel
Signore. Le sue sante reliquie erano fragranti quando, più tardi, furono
scoperte. Padre Eumenios e altra gente pia riferirono che molti miracoli
avvennero per intercessione di padre Nikiforo.
Apolytikion Tono III:
Gli
Angeli rimasero ammirati dalle tue lotte e dalla tua ascesi valorosa, o
giusto Nikiforo il lebbroso. Come un altro Giobbe nel suo dolore tu sopportavi
glorificando Dio ed Egli ha preparato per te una gloriosa corona di miracoli. Gioisci
tu che conduci i monaci per mano! Gioisci tu proiettore di luce! Gioisci
gioiosa fragranza che esce dalle tue reliquie!
Apolytikion del Santo
Apolytikion del Santo