domenica 3 febbraio 2013

Omelia del nostro parroco p.Arsenio nella festa dell'Ypapantì (Incontro del Signore con il vecchio e giusto Simeone)


2 Febbraio: Incontro del Signore con il vecchio e giusto Simeone
(Ypapantì)


Carissimi,
terminati i quaranta giorni, anche questa volta, come per la circoncisione all’ottavo giorno, la Santissima Genitrice di Dio e Giuseppe portano, secondo la legge Mosaica, Gesù il Signore Dio -fattosi carne- al Tempio per adempiere e compiere nella Sua persona divina le prescrizioni della Legge. Lui, il Signore, sottomettendosi alla Legge mosaica ci mostra che la strada della riconciliazione tra Dio e l’uomo è l’ubbidienza;  inoltre, dona anche a noi uomini la Legge divina -la quale troppo spesso viene  da noi trasgredita; infatti, è difficile per noi tagliare la propria volontà, tuttavia dobbiamo sforzarci di farlo obbedendo ai 10 Comandamenti e al Vangelo di Cristo, se amiamo il Signore.
Qual è il messaggio di questa festa, quaranta giorni dopo il Natale del Signore? Il significato   immediato è l’amore folle di Dio verso la sua creatura, per la quale Egli si umilia, si svuota di se stesso, si abbassa sino a prendere su di sé la nostra povera natura umana, unendola alla Sua persona divina per l’eternità, allo scopo di rivestirla della luce della Resurrezione.
Penso che, nella preghiera ufficiale della Chiesa, possiamo scoprire la ricchezza straordinaria e inesauribile di questa solennità (Festa Despotika e Theomitorica).  Gesù, piccolo e tenero bambino, il Verbo Dio pre-eterno che aveva parlato nei tempi antichi, Lui che aveva dato la Legge a Mosè, si sottomette alle prescrizioni legali, Lui che compie tutto l’Antico Testamento. Maria insieme al suo sposo Giuseppe funge da carro cherubico, da trono regale, da nube dello Spirito che porta il Signore della gloria, Lui che prima d’ora non si era mostrato a nessuno e che nessun uomo aveva potuto mai  contemplare (né Mose, né Elia, né Isaia); ma, il Signore Gesù, entrando nel Tempio, incontra il sacerdozio antico e il popolo eletto. Simeone e Anna sono, in un certo qual modo, i rappresentanti della vecchia economia di salvezza e a loro è concesso di vedere il Redentore del mondo.
Entrando il Signore nel Tempio, inaugura il nuovo sacerdozio, fatto non di prescrizioni legali, ma di un culto nuovo in Spirito Santo e Verità e il Tempio diventa il luogo, dove abita la presenza di Dio, il luogo dell’incontro tra Dio Salvatore e il Suo popolo. Quest’incontro pur avendo inizio, non ha una fine, perché, ogni qualvolta noi, singoli credenti, entriamo in chiesa, incontriamo il Signore presente realmente in una maniera assolutamente incomparabile – cioè la Parola e l’Eucarestia.
La Parola di Dio (la Bibbia, il Santo Vangelo) è il primo Corpo di Cristo, l’Eucarestia è questa Parola che diventa cibo; quando io medito il Santo Vangelo e mi accosto al Corpo e al Sangue di Cristo, avviene in me questo straordinario e mirabile incontro.
San Giovanni Damasceno parla del Cristiano come colui che, cibandosi ogni giorno del Vangelo, è simile a Maria Santissima la quale meditava la Parola di Dio e per opera dello Spirito Santo ha generato nella carne la stessa Parola che è Gesù Cristo. Allo stesso modo, anche noi, dobbiamo con l’obbedienza e la pratica delle virtù diventare Cristofori, e quindi generare in noi stessi il Cristo.
Questa Festa è chiamata in Occidente con il nome di: “Purificazione di Maria”. Era conosciuta già dal IV secolo a Gerusalemme, dove si festeggiava il 15 Febbraio, 40 giorni dopo la nascita di Cristo che era celebrata il 6 Gennaio. Fu introdotta a Costantinopoli dall’imperatore Giustiniano e nel 542 fu annoverata tra le 12 Feste Despotiche.