02 Marzo 2014
Domenica
dei Latticini
Questa domenica concludiamo la prima parte del Triodion, per entrare - da domani- nella Grande e Santa Quaresima: “lo stadio delle virtù è aperto, chi vuole entri, e lotti secondo le regole e riceverà dal Cristo il premio della vittoria.”
Abbiamo incominciato con la
domenica del Fariseo e del Pubblicano, dove la Chiesa ci ha insegnato la virtù
dell’umiltà, come presupposto indispensabile per la metania-conversione di vita
al Vangelo.
In seguito, con la domenica del figlio dissoluto, Essa ci ha
assicurati che la salvezza è possibile quando c’è sincera metania; infine, domenica
scorsa con il Giudizio universale del Signore, ancora più insistente è diventato l’invito alla metania e al ritorno a Dio per arrivare a oggi, dove la Chiesa ci
ricorda un fatto serio e tragico che
diventa la causa della venuta di Cristo nel mondo cioè la cacciata dell’uomo
dal Paradiso.
L’uomo contemporaneo quando
sente ciò, lo considera come una barzelletta; è assodato che ciò che dice la
Sacra Scrittura è verità di fede. La cacciata dal Paradiso rappresenta il fatto
tragico e terribile della morte dell’uomo causata dalla separazione da Dio per
mezzo del peccato. Ancora più tragico è che, nonostante Dio avesse dato
all’uomo nel Paradiso la possibilità della metania, l’uomo non ha voluto
accettare la sua caduta ma ha trasmesso la sua responsabilità alla donna che a
sua volta ha incolpato il serpente.
Il
più grande e terribile peccato di Adamo di allora e dell’uomo odierno è la ametania,
il non volere riconoscere il proprio peccato e il non voler convertirsi.
La scienza odierna urla e si
dimena nel volerci convincere che l’uomo provenga dalla scimmia con l’unico
scopo di voler dubitare e annullare la nostra creazione divina. Volete una
prova che dimostri la nostra caduta, cioè il nostro peccato? Chiedete a un
bambino: “perché hai fatto questo?”, ed egli risponderà: “non l’ho fatto io,
l’ha fatto lui!”. Anche noi, quando ci si rimprovera qualcosa, per istinto ci
giustifichiamo e incolpiamo agli altri.
Questo comportamento di
scaricare la nostra responsabilità agli altri, non dimostra la nostra origine
dai progenitori e quindi la verità del racconto sacro?!
Senza il riconoscere con
sincerità il nostro peccato, e con sincerità ritornare a Dio, l’uomo non
raggiunge la sua santificazione e la sua unione con Dio nella persona di Gesù
Cristo, il suo vero Figlio.
Per questo, il periodo della Grande Quaresima è il
periodo in cui il Cristo ci afferra per mano lungo la strada della conversione
e della nostra completa consacrazione a Dio.
Oggi, purtroppo, costatiamo con
tristezza che, quando si parla di Quaresima, essa rimane purtroppo solo un nome senza contenuto.
La parola del Vangelo e la parola autorevole dell’Apostolo
Paolo insistono su due punti fondamentali i quali dovrebbero aiutarci a vivere
da Cristiani questo lungo viaggio di purificazione del cuore e del corpo
attraverso la preghiera personale ed ecclesiale accompagnata dal digiuno. I due
punti sono: il perdono e il digiuno.
Lo dice Gesù stesso, non sono
fantasie o fissazioni o estremismi monastici ma è il Vangelo che fa da norma
assoluta alla nostra vita. Non possiamo vivere la Grande Quaresima se non
perdoniamo di cuore il nostro fratello. Il perdono e la misericordia sono le
virtù che ci rendono simili a Dio. Il nostro digiuno risulta essere ipocrita e
falso se non ci sono in noi il perdono e la misericordia che infiammano il
nostro cuore. Il vespro di questa sera, con cui si da inizio alla Grande
Quaresima, prende il nome di “Vespro del perdono o dell’amore”.
Quale digiuno è accetto a Dio?
Certamente non è concepibile dichiararsi Cristiani Ortodossi e non osservare il
digiuno che la Chiesa, cioè Cristo, ci dice di praticare. Sicuramente staremo lì a giustificarci e a
trovare tante scuse, ma questo è segno di egoismo e superbia nascosta). Nell’Ortodossia
non esiste il “fai da te”.
Il digiuno dai cibi deve essere accompagnato dalla
preghiera, dall’elemosina verso i bisognosi, non lasciamoci imprigionare
dall’egoismo perché molte volte sento: “Io mi faccio i fatti miei”, questo può
essere positivo ma può essere un peccato mortale quando io chiudo il mio cuore
al fratello che mi chiede il suo aiuto. Il digiuno gradito a Dio è il digiuno
dalla bocca, dagli occhi (dalla televisione e da immagini sconce), dalle
orecchie, in definitiva è digiunare dal peccato e dalle passioni. Leggiamo il
Vangelo nelle nostre case? Lo conosciamo?
“Non seguite la carne nei suoi
desideri” cioè non seguite i moti disordinati del corpo perché il nostro corpo
è tempio di Dio e le nostre membra sono membra di Cristo.
Il giorno della salvezza è alle
porte! Non lasciamoci prendere dal sonno e dall’indolenza ma entriamo nello
stadio delle lotte e cerchiamo di deporre il vecchio uomo corrotto dal peccato
e di rivestire il nuovo uomo, il Cristo risorto, luce del mondo.
AVVISI
Il programma quaresimale lo
avete già tra le vostre mani, ogni mattina (07. 15) c’è la preghiera in chiesa,
ogni sera alle 18.30 il Grande Apodhipnon, il venerdì l’Akathistos e il Sabato 8 alle ore 9.30 incomincia la Santa Liturgia nella Cattedrale di Brindisi
sulla tomba di san Teodoro di Tiro con la benedizione delle Kolive in onore del Santo. Inoltre i Sabati alle 18.30, il vespro che ci prepara alla Domenica.
Solo con 40 di febbre siamo giustificati dal non venire in chiesa la domenica; tuttavia noto, con grande dispiacere, che a ogni occasione buona tralasciamo il
venire in chiesa e andiamo a divertirci.
Sappiate che questo è un peccato
mortale perché disubbidiamo a un comandamento divino dove il Signore ci chiede
per Suo amore di consacrare il settimo giorno o l’ottavo giorno solo per Lui:
"sei giorni lavorerai ma il settimo giorno è sacro".