sabato 9 aprile 2016

Domenica Quarta di Quaresima: di san Giovanni Climaco.

Domenica Quarta di Quaresima: di san Giovanni Climaco.



La quarta Domenica di Quaresima onoriamo la memoria di san Giovanni Sinaita, detto il Climaco. Egli visse nel sesto secolo dopo Cristo e fu un grande studioso e conoscitore dell'anima umana e compose un'opera chiamata in greco "Climaca" (la Scala) in cui analizza con precisione tutte le passioni (gradini verso le tenebre, lontano da Dio) e le virtù (gradini verso il cielo e quindi verso Dio). Quest'opera è un'opera importantissima nella Chiesa Ortodossa.
La Santa Quaresima è un periodo di conversione, un periodo in cui il nostro cuore di pietra deve diventare, con l'aiuto di Dio, un cuore di carne, e da insensibile diventare sensibile, passando dalla freddezza e dalla durezza al calore e all'apertura verso tutti, in primo luogo verso lo stesso Dio.
La Grande Quaresima è un periodo di rinnovamento, in cui l'anima (come la natura in primavera) inizia una nuova vita: la nostra vita senza sole inizia a riprendere vita con l'aiuto dei Santi Misteri (Confessione e Comunione), ricolmandosi così dei ricchi doni celesti del Santo Spirito e comunicando, di conseguenza, alla natura divina. E' periodo di riconciliazione e la riconciliazione è gioia! La gioia di Dio e la nostra gioia: è davvero un nuovo inizio!

Così insegna san Giovanni Climaco:

"La conversione, vale a dire il nostro ritorno a Dio, è rinnovamento del Battesimo; rinnovamento del nostro patto con Dio, della nostra promessa di cambiare la nostra vita. E' un periodo durante il quale possiamo acquisire l'umiltà, la quale è pace: pace con Dio, pace con il nostro io, pace con tutta la creazione. La conversione nasce dalla speranza, quando cioè rigettiamo la disperazione.

Colui che si pente è uno che è degno della condanna; nonostante ciò, egli lascia il tribunale senza vergogna, poiché la conversione è la nostra riappacificazione con Dio. E questa si ottiene attraverso una vita degna, che si allontana dai peccati commessi in passato.
Conversione significa lavare la nostra coscienza. Conversione significa completa liberazione dalla tristezza e dal dolore.

E se ci chiediamo come faremo a raggiungere questo scopo, come faremo, cioè, a contraccambiare l'amore di quel Dio che ci accoglie come il Padre della parabola dei figliol prodigo, attendendoci con ansia nonostante il nostro rigetto, il quale non si è mai allontanato dai noi nonostante il nostro allontanamento, la risposta la troviamo imparando qualcosa sulla preghiera:

"Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole poiché Dio, il nostro Padre Celeste, si rallegra delle parole semplici e del balbettio dei bambini.
Quando parlate con Dio, non sforzatevi di dire molte cose, poiché la mente si perderà nella ricerca delle parole. L'unica parola che sussurrò il Pubblicano gli ottenne la misericordia di Dio; una sola parola piena di fede salvò il buon ladrone sopra la Croce. La moltitudine di parole durante la preghiera distrae la mente dalla presenza di Dio. E se quando preghi, una sola parola ti colpisce e la senti nel profondo del tuo cuore, rimani su essa, rimani, poiché alcune volte il nostro angelo custode prega con noi, perché siamo sinceri con noi stessi e con Dio".