mercoledì 15 maggio 2013

SALUTO DI SUA SANTITA’ IL PATRIARCA ECUMENICO K.K. BARTOLOMEO AL SUO ARRIVO A MILANO


S A L U T O
DI SUA SANTITA’
IL PATRIARCA ECUMENICO
K.K. B A R T O L O M E O
AL SUO ARRIVO A MILANO

(14 Maggio 2013)

Eminentissimo Cardinale Signor Angelo Scola, prediletto fratello in Cristo,

Vostra Eminenza, Metropolita d’Italia e Malta, Signor Gennadios, Pastore di questa Venerata Eparchia del Trono Ecumenico,

Padri, fratelli e figli amati nel Signore,

Molte volte abbiamo detto, diciamo e lo ripeteremo continuamente: “Hai visto il tuo fratello? Allora hai visto il Signore tuo Dio!” Un Santo della Chiesa Ortodossa, San Cosma di Etolia, al posto del classico saluto “Buon Giorno” o “Buona Sera”, si rivolgeva verso il suo prossimo con “Cristo è risorto, mia gioia!”.

Avendo passato nella Chiesa Ortodossa il festoso periodo della Resurrezione, durante il quale con particolare splendore, ma anche con trepidazione davanti alle imperscrutabili volontà di Dio, abbiamo festeggiato la Pasqua del Signore, rivolgiamo a tutti voi, durante questo incontro fraterno e spirituale, il “Cristo è Risorto”, vedendo nei vostri volti, Lui stesso, colui che sempre ci accompagna in modo velato e invisibile, tuttavia tangibile, il Signore Risorto.

Abbiamo la gioia e la benedizione di trovarci oggi nella vostra città, su cordiale invito dell’Eminentissimo Fratello, il Cardinale Signor Angelo Scola, per onorare anche insieme a voi, così come faremo tra poco anche nella nostra sede, nella Città di Costantino, l’anniversario del compimento dei 1700 anni dalla dichiarazione di tolleranza religiosa da parte dell’ispirata guida dell’Impero Romano, San Costantino il Grande, con la promulgazione, fatta in comune con il co-imperatore Licinio, dell’atto legislativo conosciuto col nome convenzionale e generalizzato di “Editto di Milano”.

Questo Grande Re rappresenta un punto di riferimento e unità tra le due città, Costantinopoli e Mediolanum, l’odierna Milano, tra il Patriarcato Ecumenico ed il Popolo Italiano. Era la Guida dell’Impero Romano e per questo lo riteniamo anche come un vostro uomo e voi naturalmente vi vantate per un tale Santo e allo stesso tempo Re, di tale elevatezza. S a n t i t à e R e a m e, potere mondano e con esso conquista del “desiderabile”, della Luce, che “illumina ogni uomo che viene nel mondo”, per diventare luce per mezzo del suo governo e per disseminare luce nei secoli col suo esempio.

Quella luce di Cristo, con la traslazione della Sede dell’Impero, sotto Costantino il Grande da Roma alla Nuova Roma e col mutamento del dominio del mondo da idololatra a cristiano, da allora “appare a tutti”.
Ed è Costantino il Grande, grazie a questa Luce, il fondatore dello Stato Bizantino, ma principalmente della cultura bizantina, culla della quale è la città da cui veniamo oggi e prova che gli stati, i regni e gli uomini passano, restano la cultura ed i valori: “la verità del Signore rimane in eterno”.

Dopo la caduta, in cui il Signore che è presente ovunque e tutto ricolma aveva visto i peccati dell’Impero Romano d’Oriente, questo ha smesso di esistere come realtà statale terrena, tuttavia ha continuato il suo corso attraverso il tempo come realtà spirituale, profondamente cristiana, attraverso il Patriarcato Ecumenico, la prima sede nel sistema della Chiesa Ortodossa, la Nuova Roma.

Questa t r a d i z i o n e, di cui Costantino il Grande ne ha costituito le fondamenta qui, a Milano, con la fecondità della legislazione romana da un punto di vista cristiano e lo spirito inaudito ed incredibile che la presenza sulla terra del Figlio e Verbo di Dio, il Signore Gesù, ha portato nel mondo, era e rimane fino ad oggi per l’Europa principalmente la fonte battesimale spirituale, nella quale rinnovarsi e rigenerarsi, purificarsi e assaporare l’eternità.

Grazie a quella combinazione feconda si sono realizzate per l’Europa delle conquiste determinanti nel progresso spirituale dell’umanità. Sono state poste le basi per il riconoscimento dei fondamenti dei diritti umani; ed è stata stabilita per la prima volta sotto forma di legge, come principio, la libertà religiosa, cioè il grande dono di Dio verso la sua creatura, l’uomo; poiché la libertà per ognuno di credere in Dio o di rifiutarlo non è semplicemente un diritto umano, ma prima di tutto una smisurata condiscendenza di Dio, il Quale per amore indescrivibile rispetta così tanto la libertà dell’uomo fino a tollerarne perfino anche il rifiuto arrogante di questi.

Per tanto in debito verso la storia dell’Europa, verso la storia di tutto il mondo, ci troviamo in questa storica città, rispondendo al Vostro Invito, Eminentissimo fratello Cardinale Signor Scola e prendiamo parte ai festeggiamenti per l’anniversario di quella storica svolta, che rappresenta una t a p p a e un p u n t o di riferimento, - lo ripetiamo -, nel cammino dell’umanità e nella vita della Chiesa. E anche perché tale anniversario non è naturalmente motivo solo di festeggiamenti o di convegni, di cerimonie o pranzi, ma è principalmente una problematica ed una responsabilità di noi guide spirituali, davanti all’umanità e al mondo; è l’annuncio o il ri-annuncio della verità, che la nostra fede è viva e non una macchinazione ideologica ed una teoria umana; non è un “cibo e bevanda consumati”, ma è vita.

Oggi portiamo a Milano questo messaggio della vita in libertà, dalla città di Costantino il Grande e dal patriarcato Ecumenico, sotto le cui ali trovano quiete spirituale ininterrottamente da diciassette secoli e oltre, popoli, razze e lingue e godono abbondantemente dei frutti della salvifica spiritualità Ortodossa.