giovedì 24 luglio 2014

Piccolo catechismo ortodosso: La Creazione

Continua dal primo post: http://ortodossiapuglia.blogspot.it/2014/07/piccolo-catechismo-ortodosso-la.html


Dalla creazione all'Incarnazione di Cristo: una storia di un folle Amore

1. La creazione



La creazione del mondo e dell'uomo è un traboccamento dell'Amore trinitario. Dalle Sacre Scritture, infatti, apprendiamo che Dio ha creato gli esseri visibili e invisibili affinché essi lo amassero e fossero partecipi della Sua beatitudine.  E' quello che i Padri chiamano: "θείο έρωτα": quella passione d'amore e di misericordia con cui la Trinità ha creato il mondo e lo ama per condurlo verso la sua pienezza.

La Chiesa ci insegna che Dio ha creato per primi gli esseri invisibili, poi il mondo visibile e infine l'uomo. Come scrive san Giovanni Damasceno: "Dio ha creato per primo le spirituali e celesti potenze, poi il mondo visibile e materiale e infine ha creato l'uomo".

Il mondo spirituale



Le potenze celesti sono miriadi di miriadi, esseri spirituali e senza corpo e ricevono la luce dalla Luce prima e senza principio (Dio). Opera degli Angeli è quella di lodare Dio e e di servire la Sua volontà. Per noi uomini sono custodi sempre vigilanti e aiutanti nella nostra lotta spirituale qui sulla terra. Secondo san Dionigi l'Areopagita i nove ordini suddivisi in tre gruppi. Dalla loro posizione intorno al trono di Dio dipende anche la luce e la conoscenza che ricevono da Dio.

1. Primo gruppo: I Serafini, i Cherubini, i Troni. Il primo gruppo è quello più vicino a Dio e quindi il più alto.

2. Secondo gruppo: Signorie, Potenze, Autorità.

3. Terzo gruppo: Principati, Arcangeli, Angeli.

Gli Angeli furono creati risoluti nei confronti del male ma non impassibili. Per questo Lucifero che era un angelo, capo di un ordine angelico dopo che si insuperbì contro Dio, cadde dal cielo come la folgore insieme ai suoi innumerevoli seguaci. Così, si chiamò "Diavolo" (dal greco "diaballo") poiché accusa l'uomo a Dio, Dio all'uomo, e l'uomo al suo prossimo. E' il padre della menzogna e il portatore di ogni male.

Gli Angeli che rimasero fedeli a Dio ricevettero in dono la perfetta impassibilità nei confronti del male. La ricevettero con l'incarnazione di Cristo, poiché "impararono che la via che innalza e che conduce alla somiglianza con Dio non è la superbia ma l'umiltà" (san Gregorio Palamas).





Il mondo visibile

Tutta la creazione annuncia l'amore e la sapienza del Creatore e guida l'uomo alla glorificazione di Dio. Scrive san Giovanni Crisostomo: "Stai bene attento, il cielo parla silenziosamente. Quando ammiri la sua bellezza, la sua maestosità, la sua grandezza, la sua luminosità, glorificherai il Creatore. La creazione intera, dall'eccezionale microcosmo alle lontanissime galassie annunciano l'esistenza di Dio. La stessa esistenza del mondo è un'eterna dossologia di Dio...come dice il salmo: I cieli narrano la gloria di Dio."

L'uomo ammira la bellezza, la grandezza e l'armonia del creato e per analogia comprende Colui che l'ha creato. Tuttavia, quando il peccato ha ottenebrato l'uomo, l'ha guidato sia a divinizzare le creature (idolatria) sia a non credere all'esistenza di Dio (ateismo) e che quindi tutto sia  stato creato per caso. Quest'ultimo (l'ateismo) è l'inganno dell'uomo contemporaneo, il quale utilizza le conquiste della scienza solo per accrescere il proprio egoismo e per allontanarsi sempre più da Dio. L'ateismo è una insensatezza peggiore dell'idolatria.

La creazione annuncia che Dio esiste e chiama l'uomo ad ascendere alle cose invisibili di Dio: la sua sapienza, la sua potenza, la sua bellezza e il suo amore. Così scrive san Basilio: "Se le cose visibili sono così belle, come saranno quelle invisibili?... Se questo sole -destinato alla corruzione- è così bello, così grande....allora che bellezza avrà il Sole di Giustizia, Cristo?"

"Dio ancor prima che creasse l'uomo, l'ha amato, ha mostrato il suo amore per lui: Prima di noi, per noi, ha plasmato gli Angeli per porli come diaconi della nostra salvezza. Prima di noi, per noi, ha eretto la cupola del cielo, ha fondato la terra, ha steso il mare, ha costruito questo mondo visibile come specchio in cui si rispecchia quello superiore, affinché attraverso la sua contemplazione spirituale saliamo alle cose divine" (san Gregorio Palamas)

Questo mondo materiale Dio l'ha creato in "6 lunghi spazi temporali", quelli che nella nostra fede si chiamano "i 6 giorni della creazione" e in geologia "ere geologiche". Alla fine del 6 giorno Dio ha creato l'uomo. Perchè questa sua creatura potesse godere dei beni di entrambi i mondi, Dio ha 
unito nella sua natura sia il mondo materiale (il corpo) che quello spirituale (anima).


L'uomo, icona di Dio



Dunque l'uomo è la creatura più importante di tutta la creazione terrestre. I Santi Padri ci insegnano che Dio ha creato l'uomo affinché fosse partecipe dei beni divini. Scrive san Gregorio di Nissa: "Affinché fosse partecipe dei beni divini, era necessario che (l'uomo) avesse nella sua natura qualcosa in comune con Colui con il quale condivideva questi doni. Per questo è stato ornato con la vita e la parola, con la sapienza e tutti gli altri beni degni di Dio".

In altre e brevi parole, l'uomo è stato creato "a immagine e somiglianza, della Bellezza Archetipa, del Dio Trino".


L'uomo è stato creato per governare sopra tutta la creazione a motivo della somiglianza con il Sovrano di ogni cosa. Questo dimostra la dignità regale dell'uomo. Secondo san Gregorio Palamas quando Dio ha creato il nostro progenitore Adamo a sua immagine e somiglianza, insieme all'anima ha effuso su di lui la grazia del Santo Spirito, la quale lo manteneva in una giovinezza spirituale e custodiva la sua somiglianza con Dio. Con questi doni Dio ha ornato l'uomo affinché fosse guidato senza sforzo verso la fonte di ogni bene (Dio) e vivesse come un angelo sulla terra.


Il Dio Trino è amore e di questo amore è stato ornato anche l'uomo. Poiché dice Gesù: "Da questo riconosceranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni gli altri" (Gv 13, 35). L'amore è in maniera particolare ciò che caratterizza l'uomo come creatura a immagine del suo Creatore. L'uomo è icona, immagine del Dio Trino, dunque è icona dell'Amore. Quando manca l'amore tutti i lineamenti di questa somiglianza si alterano.



La prima comunione tra Dio e l'uomo

Quando Dio ha creato l'uomo, l'ha posto nel paradiso delle delizie, perché lo coltivasse e lo custodisse. L'ordine di coltivare il Paradiso mostra la peculiarità sacerdotale dell'uomo: Da Dio riceveva il mondo come benedizione e a sua volta l'uomo lo offriva a Dio come ringraziamento (Ευχαριστία). L'uomo, sacerdote del mondo, stava dinanzi a Dio e aveva "un compito, angelico, di inneggiare  senza sosta e incessantemente Dio e di godere della contemplazione del Suo volto." (san Giovanni Damasceno). 

La contemplazione della bellezza del Paradiso conduceva l'uomo a ringraziare Dio e, nella contemplazione del volto dell'uomo, tutta la Creazione ringraziava e inneggiava Dio.

Nel Paradiso, l'uomo viveva la presenza del Signore, lo amava oltre ogni limite per avergli donato la vita eterna. L'uomo comunicava con Dio (che gli Angeli, i Cherubini e i Serafini non osavano fissare) come con un amico. 

Gioia e tripudio del primo uomo era la dossologia di Dio e la conversazione con Lui. Il più alto dono che Dio fece all'uomo era di rimanere accanto a Lui e, attraverso l'amore, di unirsi a Lui.

Nel Paradiso l'uomo visse la prima comunione teandrica (divino-umana).


La caduta dell'uomo


Tra tutti i beni divini, Dio ha donato all'uomo la libertà. Il cammino dell'uomo verso Dio doveva essere un'opera di libertà e non di costrizione. Se l'uomo non fosse stato libero, non avrebbe goduto dei beni divini. 

La beatitudine che viveva il progenitore nel Paradiso non era ancora la perfezione alla quale era stabilito che l'uomo arrivasse, poiché era necessaria la sinergia, la collaborazione tra Dio e l'uomo. Dunque, i nostri progenitori erano spiritualmente dei bambini che dovevano crescere nel rapporto, nella comunione e nella conoscenza con Dio sino a giungere alla divinizzazione per grazia.

Secondo san Gregorio il Teologo, l'albero che Dio vietò ai progenitori era l'albero della conoscenza per il quale i nostri progenitori non erano pronti perché non avevano ancora raggiunto questa pienezza e maturità spirituale.

Continua ancora san Gregorio il Teologo: "l'albero della conoscenza sarebbe stato buono se fosse stato gustato al tempo opportuno, poiché l'albero -secondo me- era la visione di Dio, alla quale possono avvicinarsi senza pericolo solo coloro che si sono perfezionati spiritualmente".

Il peccato dei progenitori fu la superbia, il voler divenire dio senza Dio. Al contrario, Cristo con la sua Incarnazione ci ha mostrato che la via che conduce alla somiglianza con Dio è l'umiltà.

L'uomo viveva in comunione con Dio, ma non rimase in essa. Al posto della vita, scelse la morte. Le conseguenze della sua scelta furono dolorose: si trovò subito fuori dal Paradiso, da quella beata vita. Peccò a motivo della sua cattiva preferenza e morì a causa del peccato. Poiché come scrive san Paolo: il salario del peccato è la morte. (Rm 6, 23).



La morte che visse l'uomo dopo la disobbedienza fu spirituale; a quella spirituale, seguì quella fisica "affinché il male non divenisse immortale. Così la punizione di Dio diviene amore per l'uomo. Poiché, così ritengo, punisca Dio". (san Gregorio il Teologo).

L'uomo perde tutti i doni divini: la confidenza presso Dio, la comunione con Lui, la sua abitazione in Paradiso, la vita senza afflizioni.

Tuttavia, nell'ora in cui il mondo viene avvolto dalla tenebra del peccato, in quello stesso momento Dio annuncia la buona notizia del sorgere del Sole, Cristo. La parola del Creatore al serpente-diavolo:"Questo -il discendente di Eva- ti schiaccerà la testa e tu gli colpirai il calcagno" (Gn 3, 15), annuncia la venuta del Salvatore.

Già nella profondissima oscurità del peccato, viene preannunciata la venuta dell'Oriente senza tramonto.

Continua..